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Men in Black 2
L'effetto è lo stesso di riaprire le pagine di un vecchio libro, ritrovando così non solo dei personaggi ormai cari, ma soprattutto un'atmosfera familiare. Quando Barry Sonnenfeld ("La Famiglia Addams") girò il primo "Men in Black" aveva l'intenzione di realizzare una sorta di giocattolone colorato e fantascientifico, senza alcuna altra pretesa all'infuori di divertirsi. L'enorme successo della pellicola, del tema musicale e del "look" dei suoi agenti segreti lo ha portato all'inevitabile sequel.
Anche stavolta il mondo è in pericolo a causa di una terribile minaccia aliena che lascia meno di due giorni di tempo ai nostri eroi prima di distruggere il nostro pianeta. Il problema è che stavolta "J" (Will Smith" / "Alì") è da solo, visto che "K" (Tom Lee Jones / "Il Fuggitivo") è andato in pensione.
Purtroppo "K" è l'unico a conoscenza del segreto che interessa alla terribile Serleena (Lara Flynn Boyle / "Twin Peaks") e al suo complice Scrad (Johnny Knoxville / "Austin Powers"), ma dopo la "neutralizzazione", o "sparafleshata" che dir si voglia, ha dimenticato tutto. Toccherà a "J" riportare "K" nei Men In Black prima che sia troppo tardi e se per farlo dovrà rivolgersi anche a gente malfamata come "multitesta" Jeebs (Tony Shalhoub / "Attacco al Potere"), beh... poco male!
Un'ora e mezza - all'insegna del "meglio corto che noioso" - di film incentrato, più che sul fattore fantascientifico, peraltro molto curato, sulle gag e sul ritmo incalzante. Nella prima parte (comunque molto efficace), la mancanza di Tom Lee Jones si fa un pò sentire, infatti Will Smith da sicuramente il meglio quando ha la sua "spalla" accanto. La storia, che come costruzione ricalca il precedente episodio, non è certo un esempio di innovazione, ma è semplicemente funzionale ai due protagonisti, che come di consueto sono decisamente "cool"; gli abiti neri con annessi occhiali alla "Blues Brothers" e l'immancabile orologio Hamilton sono destinati ormai al mito.
Gli alieni di Rick Baker ("Un Lupo Mannaro Americano a Londra" / "Placet of Apes") sono decisamente sorprendenti oltre che "buffi"; tutto ciò che vediamo non è mai quello che sembra; per non tacere degli ambienti della base "MIB"... superlativi nella loro essenzialità. L'unico appunto va alle armi, volutamente esagerate, ma con un design un pò troppo cromato che già dal primo episodio non convinceva molto.
La frase: "Evviva J!"
Curiosità: il cane (un carlino) usato in questo film è lo stesso del precedente, ma (incredibile, ma vero) gli hanno dovuto tingere i peli del muso che nel frattempo erano diventati bianchi (ora ha sei anni).
La chicca: gli occupanti della casa di "K" sono il regista Barry Sonnefeld e la figlia di Tom Lee Jones.
Indicazioni: Tutti quelli che hanno amato "MIB" si divertiranno ancora di più in questo secondo episodio.
Valerio Salvi
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