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Lovelace











È stata negli anni Settanta la ragazza immagine della Rivoluzione sessuale, in un periodo storico che portò al sorgere del movimento femminista, per il quale fu ugualmente una figura importante. All’anagrafe Linda Susan Boreman, la notorietà gliela diede lo pseudonimo Linda Lovelace, cui fece ricorso per interpretare quel famigerato “Gola profonda” (1972) di Gerard Damiano che, film hard più famoso della storia tanto da essere considerato il “Via col vento” del suo genere, la vide nei panni di una ragazza continuamente impegnata in invidiabili prestazioni sessuali orali al fine di provare piacere tramite il clitoride posto all’interno della propria bocca. Il Gerard Damiano cui concede anima e corpo l’Hank Azaria de “I Puffi” (2011) in questo biopic che, diretto dai documentaristi Rob Epstein e Jeffrey Friedman, si propone di riesplorare il periodo di successo dell’attrice ponendo nei suoi panni la Amanda Seyfried di “Cappuccetto rosso sangue” (2011) e il Peter Sarsgaard di “Jarhead” (2005) in quelli di Chuck Traynor, che sposò e che la introdusse, appunto, nel mondo nel porno. Perché, con una struttura tutt’altro che lineare volta ad intrecciare in più occasioni il prima e il dopo, è il loro burrascoso rapporto tempestato di prepotenze e violenze quello principalmente raccontato nel corso della oltre ora e mezza di visione che, accompagnata da una ricca colonna sonora (“Shotgun shuffle” di KC & The Sunshine band e “Spirit in the sky” di Norman Greenbaum nel mucchio), sfoggia un cast di facce note di Hollywood spazianti da James Franco nel ruolo dl Hugh Hefner, boss della rivista “Playboy”, ad Adam Brody in quello della star delle luci rosse Harry Reems. Senza contare il Robert Patrick di “Terminator 2-Il giorno del giudizio” (1991) e Sharon Stone coinvolti per incarnare i tanto religiosi quanto severi genitori della protagonista, man mano che i retroscena tristi e bui della apparentemente allegra e gioiosa facciata del sesso libero su celluloide provvedono ad emergere. Ed è proprio l’azzeccato modo di alternare i due aspetti a rappresentare il maggiore punto di forza dell’operazione, non eccelsa ma capace di catturare a dovere l’attenzione dello spettatore e di riuscire nell’impresa di non scadere mai in immagini gratuitamente esplicite, nonostante il non facile argomento trattato. Anche se s’intuisce non poco il tentativo di fornire un ritratto da schermo decisamente più positivo ed edulcorato della vita di colei che – prematuramente scomparsa nel 2002 – copulò addirittura con un cane all’interno di un cortometraggio di cui, però, in questo caso non è fatta menzione.

La frase:
"Signore e signori, il momento che tutti stavate aspettando: l’unica, inimitabile Linda Lovelace!".

a cura di Francesco Lomuscio

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