Le avventure di Sammy
Dopo "Fly me to the moon" il regista Ben Stassen si tuffa nelle profondità marine realizzando un film d’animazione per famiglie, raccontando le avventure di una piccola tartaruga marina di nome Sammy. Con tocco delicato Stassen realizza un’opera deliziosa e graziosa al tempo stesso, che occhieggia al mondo disneyano narrando una favola dal chiaro intento ecologista, tesa a istruire il giovane pubblico al rispetto per l’ambiente attraverso un racconto di formazione. "Le avventure di Sammy" sono un film chiaramente didattico, in cui con tocchi leggeri sono raccontati i cinquanta anni di vita di una giovane tartaruga appena uscita dall’uovo, che fra mille peripezie cerca la sua compagna per la vita e incontra casualmente l’uomo. Pur occhieggiando al film "Alla ricerca di Nemo", secondo alcuni critici "scimmiottandolo" anche malamente, l’opera risulta comunque originale per lo sforzo tecnologico, che, seppur lontano dalla raffinatezza stilistica delle case produttrici americane, riesce ad affascinare e a stupire. L’utilizzo del 3D permette un’immersione totale dello spettatore nel magico mondo marino, ricostruito con grande attenzione, stupendolo e coinvolgendolo giocando con questo strumento molto più di quanto facciano le grandi major americane, cercando di rendere la vastità dell’oceano e delle sue profondità attraverso anche scelte cromatiche studiate a tavolino. Destinata ad un pubblico per bambini, l’opera diventa una sorta di favola avventurosa dai profondi risvolti educativi e al tempo stesso caratterizzata da elementi tipici dei documentari, tanto che spesso sono le immagini a parlare e a raccontare. I dialoghi sono molto semplici, l’ironia e la comicità, ormai elementi tipici dell’apparato della Disney e della Pixar, languono a favore di una colonna sonora che fa da sottotesto a tutta la pellicola. Vi è un evidente studio a monte dell’opera a livello contenutistico e documentaristico, tanto che a volte sembra di ritrovarsi ad osservare un documentario della "National Geographic", la caratterizzazione dei personaggi però riesce a controbilanciare questo aspetto rendendo gradevole il tutto. Con un budget limitato, il regista e produttore belga riesce a sfruttare al massimo tutti gli elementi che ha a disposizione, creando forse una versione più ridotta e destinata al pubblico dei bambini di "Earth", il primo film della DisneyNatur, che è apparso nelle sale cinematografiche italiane con il doppiaggio di Paolo Bonolis. "Le avventure di Sammy" unisce in sé diversi elementi ben orchestrati, dai classici elementi delle favole tradizionali del "..e vissero insieme felici e contenti" al romanzo di formazione, fino ai toni documentaristici con un tocco finale di stile, rappresentato dal libro animato che accompagna i titoli di coda. Sebbene la trama sia forse poco originale e magari anche scontata, tuttavia l’opera resta un piccolo gioiello capace di mostrare la variegata vita che popola l’oceano, il ciclo naturale che regola il tutto, la lotta per la sopravvivenza, ma soprattutto l’impatto dell’opera dell’uomo. Che, descritto come un "animale", non fa altro che danneggiare il pianeta cacciando, pescando in maniera selvaggia, inquinando questo mondo con le sue scorie, dai frigoriferi al terribile petrolio. Non vi è condanna, ma solo una triste rappresentazione veritiera che si accompagna ad una speranza individuata dal regista nell’opera di "Green Peace", che lavora attivamente contro la caccia alle balene e per la cura degli animali a rischio di estinzione.
La frase: "Gli umani erano strane creature. Uno di loro combinava un guaio e un altro ripuliva il tutto".
Federica Di Bartolo
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