La casa sulle nuvole
Due fratelli, Michele e Lorenzo, riportati alla realtà da un evento improvviso partono alla volta del Marocco per cercare il padre fuggito undici anni prima. Opera prima di Claudio Giovannesi, La casa sulle nuvole si colloca in maniera evidente nel filone della letteratura e del cinema di viaggio, inteso come doppio percorso parallelo, nello spazio e nella mente, per la ricerca e la comprensione di sé e del mondo che ci circonda. Si capisce ben presto che "La casa sotto le nuvole" non ha l'ambizione di essere innovativo a tutti i costi o di sperimentare nuovi linguaggi, magari a scapito della pazienza degli spettatori (come purtroppo spesso accade). Claudio Giovannesi, in tutta onestà, vuole raccontare una storia, basata sul rapporto tra padri e figli, sul distacco e la lontananza, sul perdersi e sul ritrovarsi, secondo il ritmo di quelle esperienze che sono patrimonio comune di tutti gli esseri umani.

I due fratelli sono interpretati da Adriano Giannini (il maggiore) ed Emanuele Bosi (il minore). E' davvero rinfrescante vedere due attori italiani che si mettono al servizio dei rispettivi ruoli con sensibilità e umiltà, senza avere smania di primeggiare, senza strafare e permettendo ai loro personaggi delle minuscole trasformazioni, quasi impercettibili. In questo modo il percorso interiore di Michele e Lorenzo passa quasi sotto pelle, il cammino di vita dei due fratelli traspare appena lungo i risvolti delle loro indoli, così diverse eppure così affascinanti. Il secondo protagonista di questa pellicola è senz'altro il Marocco, già noto peraltro nella sua declinazione itinerante nel film di Salvatores Marrakech express, qui evocato in una breve scena di gioco nel deserto in cui al pallone viene sostituito il frisbee. Così viene nuovamente esplorato il rapporto tra oriente e occidente, anch'esso tipicamente ottocentesco come il tema del viaggio, presentato in forma di contrasto senza possibilità di risoluzione.

La casa sotto le nuvole è dunque una pellicola che lascia ben sperare sulle doti di questo regista esordiente. La sequenza della mongolfiera, che si leva da dietro una duna per poi scomparire "idealmente" sopra la testa degli spettatori è di grande bellezza e di grande forza immaginativa.

La frase: "...e tu stai lì a mangiare come se fosse il pranzo di Natale!".

Mauro Corso

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