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| Knockout - Resa dei conti Famosa in tutto il mondo per essere il volto delle Arti Marziali Miste Femminili, Gina Carano è Mallory Kane, agente segreto che, lavorante per conto di Kenneth alias Ewan McGregor occupandosi di incarichi speciali che i governi non possono autorizzare, si trova ad attuare una spietata vendetta nei confronti degli uomini che l’hanno tradita durante una missione a Dublino.
 L’ennesimo esempio di donna d’azione che va ad affiancare analoghi modelli di celluloide d’inizio terzo millennio quali la Uma Thurman dei due "Kill Bill" o la Kate Beckinsale della serie "Underworld", sfruttato, però, in un contesto tutt’altro che vicino alla spettacolarità di stampo hollywoodiano tempestata di violenza proto-fumetto.
 Del resto, il regista Steven Soderbergh – autore di "Ocean’s eleven" (2001) e "Contagion" (2011) – ha sempre pensato ad "Haywire" (come s’intitola in patria la pellicola) come se fosse un film con Pam Grier diretto da Alfred Hitchcock, anziché qualcosa che si avvicinasse a "The Bourne identity" (2002).
 Ma, paradossalmente, è proprio questa decisione (piuttosto presuntuosa, se vogliamo) di tendere a rappresentare il tutto attraverso un taglio realistico a penalizzare l’insieme, in quanto, nonostante l’abbondanza di azione e di scontri corpo a corpo, la camera spesso fissa e la scelta di non far compiere ai diversi personaggi gesti atti a sfidare inverosimilmente le leggi della fisica finiscono soltanto per spingere nella morsa della fiacchezza l’insieme.
 E, se un action-movie manca di adrenalina e forte coinvolgimento emotivo, risulta chiaro che abbia mancato del tutto il bersaglio; in questo caso anche a causa di uno script – a firma del Lem Doobs sceneggiatore di “Insieme per forza” (1991) di John Badham e "Dark city" (1998) di Alex Proyas – costruito su talmente poche situazioni da sembrare quello di un cortometraggio dilatato a oltre novanta minuti di durata.
 La locandina recita "Non le hanno lasciato scelta", ma, se continua così, anche Soderbergh non la lascia agli spettatori; perché, una volta tolto il cast all star, spaziante da Michael Douglas ad Antonio Banderas, passando per Michael Fassbender e Bill Paxton, ciò che rimane non appare altro che nelle vesti di prodotto di genere tutt’altro che distante dai tanti destinati direttamente al mercato dell’home video.
 
 La frase:
 "Non devi pensare a lei come a una donna. No, sarebbe un errore".
 
 a cura di Francesco Lomuscio
 
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