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Io vi troverò
Era il 1998 quando Luc Besson produsse "Taxi", il primo di quella che si sarebbe rivelata una lunga serie di film d’azione francesi chiaramente ispirati agli analoghi blockbusters statunitensi pieni di inseguimenti e sparatorie. Il problema del cinema europeo era sempre stato il budget: lui, con capitale proprio, sponsor vari e partnership con grosse case produttrici come Canal plus, sta riuscendo col tempo a sdoganare l’idea che l’entertainment più puro sia solo stelle e strisce. Tanti sono i registi, soprattutto provenienti dal mondo dei videoclip, che ha lanciato in questi dieci anni, e tanti sono stati i successi (si veda ad esempio Louis Leterrier che, lanciato con Danny the dog, ha appena diretto la megaproduzione dell’Incredibile Hulk).
Io vi prenderò è l’ennesimo esempio di quest’approccio smaliziato e coraggioso dell’autore di "Il quinto elemento".
Ad un ex agente segreto del governo americano, ora in pensione, viene rapita la figlia diciassettenne in viaggio a Parigi e ritrovarla prima che le possano fare del male diventa la sua missione. La trama è quanto di più semplice si possa immaginare, perfetta comunque per un bel pò di sana azione, come già "Commando" (la storia è pressoché identica) dimostrò venti anni fa. L’energico Liam Neeson si reca così Oltralpe per una caccia all’uomo degna del miglior Schwarzenegger. Ammazza a forza di colpi secchi e frasi ad effetto senza alcun rimorso. E’ chiaro fin dal dialogo al cellulare tra lui e il rapitore che dietro a tutto il progetto ci sia una bella dose di ironia (tutto è volutamente esagerato), ma non per questo non si trattiene il fiato fino alla fine della pellicola. Merito della sintetica regia di Pierre Morel (altro nome da segnare, già autore dell’ottimo Banlieu 13) e dell’adrenalinico montaggio di Frédéric Thoraval. Le coreografie dei combattimenti e i vari inseguimenti con le auto risultano chiari e avvincenti come poche volte accade sul grande schermo.
Con un pizzico di malizia, si potrebbe poi fare un discorso che vada al di là delle immagini e che sottolinea la furbizia del Luc Besson sceneggiatore e produttore. Le dinamiche narrative su cui si basa il film sono quanto di più reazionario si possa portare sul grande schermo: la verginità come valore (la non vergine muore drogata), la tortura a fin di bene e senza alcuna pietà e l’Europa descritta come pericolosa e con la polizia corrotta. Elementi che forse saranno stati immessi solo per esigenze di copione, ma che seguono pedissequamente tematiche proprie della conservatrice politica americana (il sesso prima del matrimonio, il Vecchio continente traditore nel suo non appoggio alla guerra in Iraq, i maltrattamenti “giustificabili” di Guantanamo, gli arabi che alla fine sono sempre i nemici, compresi gli sceicchi). Luc Besson probabilmente non approva tutto questo, forse neanche gliene importa qualcosa, ma sa che può piacere ad un certo tipo di pubblico americano e così non si pone scrupoli a cavalcarlo.
Giusto o sbagliato che sia, "Io vi troverò" risulta un film riuscito e divertente, da vedere tra amici senza troppe pretese.
La frase: "Non ti ricordi di me?Abbiamo parlato due giorni fa. Ti avevo detto che ti avrei trovato".
Andrea D’Addio
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