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La cena di NataleLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Rosanna Donato18 novembre 2016Voto: 6.5
“La cena di Natale” è il sequel di “Io che amo solo te”, entrambi tratti dai romanzi di Luca Bianchini e diretti da Marco Ponti. Il film vede tra i suoi interpreti molti volti presenti anche nel primo progetto, tra cui Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Michele Placido e Maria Pia Calzone, ma anche diverse new entry: Veronica Pivetti e Dario Aita tra gli altri. Nella splendida Polignano a Mare imbiancata della neve, tutti sono più agitati del solito: tra isterismi, introvabili capitoni, test di gravidanza, ansiolitici, ascensori bloccati, anelli scomparsi, ritrovamenti e colpi di scena, ne succederanno di tutti i colori.
La pellicola poco si discosta da ciò che abbiamo visto in “Io che amo solo te”. Non solo per le dinamiche che si presentano, ma anche i personaggi in sé che appaiono leggermente più seri ma senza distinguersi in maniera particolare. Eppure di cambiamenti ce ne sono stati. A cambiare è il contesto, ovvero una Polignano a Mare innevata e pronta a festeggiare il Natale. Nel film ritroviamo Scamarcio nei panni di Damiano e la Chiatti in quelli di Chiara. I due, che stanno aspettando con ansia il loro primogenito, dovranno affrontare problemi di coppia riguardanti la solitudine di lei e i continui tradimenti di lui e una famiglia molto chiassosa, che di pensieri per la testa ne ha fin troppi. A colpire più di qualunque altra cosa è l’ambientazione, o meglio l’attenzione al dettagli con il quale il regista ha voluto imprimere nel cuore degli spettatori la maestosità del territorio pugliese. In questo caso, infatti, è la natura a farla da padrone, come se fosse un vero e proprio personaggio interno alla pellicola. Per quanto riguarda le scelte registiche, è stato interessante notare come le riprese in primo piano di Monti abbiano dato ad alcune scene una parvenza particolare, come fossimo dentro una soap opera per intenderci. Nulla da obiettare sulla colonna sonora, che comprende anche il brano “Quando le canzoni finiranno” di Emma Marrone, estratto dal suo ultimo disco “Adesso”. Il progetto miscela in modo equilibrato momenti leggeri e divertenti a situazioni più ‘drammatiche’, raccontate senza risultare pesanti per il pubblico. La pellicola, infatti, si lascia seguire con molta facilità, anche per merito dei buoni tempi di battuta degli attori (a parte qualche eccezione). Da ammirare, inoltre, le citazioni ai classici western e ad alcuni film di Bava. Molti sono i temi trattati nel lungometraggio, a partire dalle difficoltà che una coppia può incontrare durante il periodo della gravidanza. Spesso capitano momenti di panico, sconforto, periodi in cui non ci si sente capiti dal proprio partner, ma capita anche che si abbia bisogno di evadere, di cercare altro. L’importante è comprendere cosa sia davvero importante e riparare ai propri errori. Altro tema caldo è senza dubbio l’amore maturo, quello che arriva in tarda età e di cui diventa difficile liberarsi o farne a meno, anche volendo. Un amore impossibile, contrastato dalla morale, ma così forte da fargli pensare che possa esserci un futuro anche per loro, Don Mimì (Placido) e Ninella (Maria Pia Calzone). Non tutto, però, finisce per il verso giusto. Lo sappiamo: esistono amori che, nonostante durino per sempre nel cuore degli interessati, non raggiungeranno mai il lieto fine. Che sia il loro caso? Interessante è la decisione di approfondire anche rapporti di natura omosessuali (con relativi problemi annessi), che rende evidente la volontà del regista di andare oltre certi pregiudizi e le tipiche idee di famiglia tradizionale. Possiamo dire che il film racconta storie d’amore molto diverse tra loro (non ve ne è una perfetta; ognuna ha i suoi limiti, pregi, difetti) che hanno un unico obiettivo: realizzare i loro sogni. Nel progetto, infine, traspare il poco feeling tra Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti, un aspetto che era già emerso in altre pellicole (“Ho voglia di te” e “Io che amo solo te”) e produzioni tv (“Compagni di scuola”). Che vi siano ‘problemi di coppia’ sul set? La frase dal film:
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