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Inferno

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Roberto Leofrigio06 ottobre 2016Voto: 7.5
 

  • Foto dal film Inferno
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Terzo capitolo per le avventure cinematografiche del professore Robert Langdon interpretato da Tom Hanks, tratto dai libri della saga letteraria di Dan Brown. Questa volta la sfida del professore parte da una Firenze molto cupa dove si trova ricoverato in un ospedale, senza memoria curato dalla misteriosa dottoressa Sienna Brooks (Felicity Jones) mentre cerca disperatamente di comprendere i numerosi flashback che affollano la sua mente, tutti legati all'Inferno dantesco.

Fin dai primi minuti Ron Howard, ancora al timone della saga, ci porta immediatamente al centro della storia e riesce con estrema efficacia mostrarci un inferno dantesco misto anche ad immagini del terrore attuale che ci appartiene a causa del terrorismo. L'avere a disposizione non solo green screen, effetti speciali ed un cast di primo livello, ha permesso al regista di esaltare come non mai una scenografia naturale come quella di Firenze, definire la pellicola un gigantesco spot per la città medicea non è affatto esagerato, sicuramente negli anni a venire, come è stato per tanti luoghi di Parigi o Roma dei precedenti film sarà meta di quel curioso turismo letterario legato ai luoghi d'arte che astutamente Dan Brown ha tessuto.
Nel nostro caso è L'Inferno del Botticelli, La Battaglia di Marciano del Vasari che si trova a Palazzo Vecchio, con la misteriosa scritta Cerca Trova dipinta su una bandiera, che molti hanno legato al quadro scomparso della battaglia di Anghiari di Leonardo Da Vinci, La Maschera di Dante.

Se il libro ha ricevuto molte critiche per alcuni suoi passaggi, la resa cinematografica con alcune differenze è al contrario decisamente efficace. Probabilmente rispetto ad Angeli e Demoni questo capitolo della saga, seppure da collocare nella categoria blockbuster, scorre meglio e riesce ad approfondire molto i caratteri di tanti personaggi. Da Betrtrand Zobrist interpretato da Ben Foster, il miliardario ossessionato dal problema sovrappopolazione che vuole eliminare metà dell'umanità con il morbo della peste nera che in passato a favorito il Rinascimento. Una figura presente per pochi minuti nel film, ma con un messaggio molto efficace, le imminenti catastrofi ecologiche, il diminuire delle risorse passano attraverso proprio l'aumento esponenziale della popolazione, se il compito del professor Langdon è quello di impedire questa catastrofe, al pari di molti di film della serie 007 contro paranoici cattivi, questa volta ci troviamo di fronte al dilemma che forse Zobrist non ha poi torto e se Langdon correndo per le strade di Firenze risolvendo enigmi e sfuggendo attraverso passaggi segreti si trova suo malgrado a cercare di salvare l'umanità da un inferno che prima o poi dovrà affrontare.

Probabilmente questo aspetto è quello più affascinante della pellicola che Ron Howard riesce a toccare, la prima parte della pellicola, infatti, non solo ci conduce all'Inferno di Dante, ma perfino all'interno del quadro della battaglia del Vasari attraverso le allucinazioni di Langdon. Un tocco decisamente europeo per il regista americano, che riesce anche nel non facile compito di gestire il cast multietnico dove troviamo altri personaggi del libro come Harry "il Rettore" Sims interpretato dall'attore indiano Irffan Khan, Christoph Bruder capo della sicurezza OMS interpretato dall'attore francese Omar Sy (celebre per il suo Quasi Amici, al suo primo ruolo drammatico) e Sidse Babett Knudsen interpretata da Elisabeth Sinskey.
Un cast mondiale, che per chi vorrà vedere il film in lingua originale sarà molto più coinvolgente, grazie ad un Tom Hanks che parla italiano e a tutti gli accenti legati ai paesi di origine degli attori. Nel complesso un ottimo blockbuster destinato ovviamente all'intrattenimento nelle sue due ore, ma in modo intelligente.

L'unica nota stonata, almeno per noi, è forse la rappresentazione di alcuni cliché italiani e delle nostre forze dell'ordine non troppo efficienti, tuttavia fin troppo bilanciato dalla stupefacente bellezza di Firenze e dei suoi capolavori splendidamente resi dal direttore della fotografia Salvatore Totino, un americano di chiare origini italiane, a riprova che l'arte e la bellezza sono un patrimonio all'interno del nostro dna.
L'inquietante Inferno di Dante e la sua rappresentazione resta ad oggi nell'immaginario collettivo dell'umanità, anche in quella che commette omicidi in cerca di un paradiso edonistico, con il loro profeta che ha descritto l'Inferno destinato per il 99% alle donne infedeli e agli infedeli stessi, profeta che il sommo poeta ha collocato nel ventottesimo canto dell'Inferno.


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