Sole a catinelle

"Inferno"

Intervista al regista e al cast.


di Roberto Leofrigio10 ottobre 2016



Tom Hanks, Dan Brown, Ron Howard e Felicity Jones hanno presentato Inferno a Firenze


Il vostro rapporto con Firenze e la cultura?
Ron Howard: Come regista non si potrebbe sperare in una città più bella di Firenze. All'interno della città stessa c'è un senso di mistero. Rimangono molti misteri, il mestiere di Dan Brown è affascinante
Dan Brown: Sono appassionato di arte e Firenze è un museo a cielo aperto. Quando ho parlato con Maurizio Serracini e ho saputo della scritta "Cerca Trova" ho deciso di parlare di questo, voglio ringraziare tutti gli studiosi di Firenze per avermi aiutato nella realizzazione del libro

Inferno raffigura come principale pericolo della nostra società la sovrappopolazione, qual è la principale sfida per l'umanità?
Tom Hanks: La minaccia peggiore è l'ignoranza e come la gente la abbraccia. Tutto questo è avvenuto con l'illuminismo, la massoneria e le altre cose trattate nella saga. Siamo di fronte ad un bivio per l'umanità. Sappiamo quello che è successo in Medioriente negli ultimi 5 anni, un effetto domino con molti paesi a cercare risposte semplici a problemi complessi. Cercano domande tangibili a preoccupazioni umane, basta leggere i giornali. Ogni quattro anni negli Stati Uniti dobbiamo affrontare questa domanda e sembra che il caos domini nel mondo, basta leggere libri storici o popolari come quello di Dan Brown. Sono stati diversi i momenti in cui il mondo si è interrogato

È l'amore che fa girare le cose, a volte prendono una svolta diversa. Immagino che anche lei ami quel che faccia?
Irrfan Khan: Io volevo denaro, fama e poi ho iniziato a studiare arte drammatica e ho compreso l'importanza del raccontare le storie. La fama è qualcosa di falso, non è sufficiente. Non è in grado soddisfarti pienamente, sappiamo però che attraverso una storia si può avere un'esperienza da condividere poi con il pubblico. È bello condividere con gli altri e diventare parte della loro coscienza e memoria con cuore e testa. Questo mi fa andare avanti
Felicity Jones: Credo che la cosa più straordinaria di quello che facciamo è la possibilità di lavorare con delle persone incredibili, diamo il meglio grazie agli altri e bisogna fidarsi ed essere coraggiosi. Noi vogliamo condivisione e creazione, vogliamo dare qualcosa di originale. Non possiamo sapere come sarà un film prima di iniziarlo, ma rispettiamo il lavoro degli altri
Omar Sy: Credo che Felicity abbia ragione, noi incontriamo tante persone ed è quello che amo del mio lavoro. Per lo più si tratta di persone straordinarie e piene di talento e conoscenza. Quando ero a scuola mi distraevo facilmente, non avevo ben chiara la strada. Ora so quello che voglio fare e questo film mi ha permesso di apprezzare il talento del cast
Ron Howard: Da quando ero piccolo ho sempre fatto parte di questo mondo, è un viaggio senza fine e un'opportunità per comprendere il mondo. Collaboriamo con persone straordinarie condividendo. Questo lavoro permette alle persone di ridere e appassionarsi a una storia, a volte sono diversi gli aspetti. La cosa più importante come regista, attore è comprendere il tema e raccontarlo
Tom Hanks: Noi ci raccontiamo le storie più dei fatti. Credo che il modo migliore per trascorrere 20', un'ora o di più sia trascorrerlo davanti ad un grande narratore. Mi piace raccontare una bella storia
Dan Brown: Il mio lavoro è diverso dagli attori, ma la cosa che più mi affascina è imparare
Irrfan Khan: Io credo che ci sia un diavolo da affrontare dentro di noi e la mia professione mi permette di farlo

In Inferno si è affrontato anche un tema di grande attualità?
Dan Brown: Il romanzo 'Inferno' è il risultato di una statistica che mi è capitata sotto gli occhi qualche anno fa. La popolazione negli ultimi 80 anni è triplicata e gli ambientalisti credono che sia un sintomo dell'eccessiva popolazione i problemi del pianeta. Ho cercato di trattare il tema in modo da affascinare gli altri. Vedere il film ci ha permesso di vedere un modo diverso per affrontare il tema. Già avevo lavorato con Ron e vediamo l'adattamento diverso. Se avessimo girato ogni scena durerebbe 35 ore. Chi ha letto il libro vede qualcosa di diverso, Ron e David (lo sceneggiatore David Koepp ndr) hanno affrontato davvero il tema della sovrappopolazione come filo conduttore

Volevo chiederle qual è la sua idea personale dell'Inferno? Il libro da un senso, il vostro qual è?
Ron Howard: Ciò che è stato affascinante per me quando ho iniziato ad adattare il romanzo per il film era vedere quanto fosse visivamente potente il poema di Dante. Mi sembrava che ci desse il vocabolario leggendolo per tutti i film dell'orrore. Non solo a livello filosofico, ci dava una visione culturale e politica. Sono rimasto affascinato dal modo in cui quelle idee siano sopravvissute fino ad oggi. La mia idea di Inferno è molto personale, è mia e come filosofia più ampia è l'idea che non si è mai realizzato appieno il potenziale di ogni minuto. Sarei quello che continua a realizzarsi a pieno senza riuscirci
Tom Hanks: Una delle cose di cui abbiamo parlato è l'Inferno come viene creato sulla terra. Dante ci ha descritto una cosa specifica e Bertrand Zobrist ci ha proposto la sua versione. Dice che noi stiamo creando l'inferno di Dante con la sovrappopolazione. L'ambiente è a rischio, ci sono popolazioni ridotte in schiavitù e sono concetti dell'inferno che abbiamo creato noi. Secondo me riusciamo a capirlo solo guardandolo così
Felicity Jones: Mi è piaciuto molto l'aspetto internazionale del film con persone da più continenti. Mi è sembrato contemporaneo e mi ha dato un senso di unità globale molto affascinante
Ron Howard: Dan ci ha offerto una grande opportunità, in particolare per Tom Hanks che ha dovuto navigare una personale mappa dell'Inferno per Robert Langdon. Era affascinante navigare nelle immagini che Robert aveva nella sua testa
Dan Brown: Tom ha risposto alla domanda, per me sarebbe scrivere un romanzo senza vederne la fine

Ci puoi raccontare di esperienze dell'inferno nella tua vita reale?
Tom Hanks: Io sono un uomo fortunato, ho vissuto una vita da persona pulita, onesta ed ho evitato le esperienze più terribili. Credo che ciascuno di noi abbia avuto un momento in cui si sveglia alle tre di notte vanno in bagno e fissando lo specchio si chieda cosa le sia successo. Non mi posso lamentare della mia vita

Il film è uno spot bellissimo per Firenze, però c'è un riferimento alla politica italiana. È una frase del libro e c'è un riferimento a Berlusconi? La bandiera della Fiorentina che si intravede in una scena significa che abbiamo acquisito dei tifosi in più nel mondo?
Ron Howard: Firenze è una città splendida e la città diventa un personaggio già a partire dal libro di Dan Brown. Come regista Firenze è un luogo straordinario, è impossibile trovare un'inquadratura brutta. Dovunque si gira è difficile non trovare riferimenti, non avevamo nessuno in mente con quella battuta. Qualcuno avrà sorriso
Tom Hanks: Qualcuno è venuto con la nipote? Speriamo che le persone vedano il film e che poi vogliano visitare i musei

Quando lei scrive un romanzo ha già in mente che da questo si farà un film con Tom Hanks? Come si sente nell'interpretare di nuovo Langdon?
Dan Brown: Io penso sempre a Tom, sono stato fortunato ad avere un attore così impegnato e bravo come Tom. Non pensavo che il mio libro sarebbe diventato un film, ma quando ho visto il nome di Tom Hanks la scelta era fatta
Tom Hanks: Io non potrei mai fare la faccia del duro, come farei ad essere convincente con questa faccia. La possibilità di interpretare Robert Langdon in questa saga è una grande opportunità perché è la parte del più intelligente e riesco a farvelo credere. Se mi date tempo per la ricerca posso convincermi di esserlo, Dan mi ha dato un personaggio sempre curioso e con opinioni chiare. È una gioia, ieri abbiamo brindato a Dan perché se facciamo questi film divertenti e difficili è merito suo. Lavorare tutti insieme è stata una gioia, in particolare in luoghi come Firenze, Venezia e uno schermo verde che era Istanbul è stata una fortuna

Ho trovato nei nuovi personaggi risvolti molto curiosi. Omar ha un sorriso che apre le porte dell'inferno, Felicity è molto forte e Irrfan ha un grande senso dell'umorismo. Potete descrivere i personaggi?
Omar Sy: Per me questa esperienza è diversa rispetto al solito perché normalmente interpreto personaggi comici. È la prima volta che interpreto un personaggio del genere con un uso diverso della voce, è stato entusiasmante. Ringrazio Dan e come ha detto Tom è molto difficile trovare un modo per portare sul grande schermo un libro. Per noi però era come fare la ricreazione qui a Firenze. Per me è stato difficile non sorridere
Felicity Jones: Siamo stati accolti nella comunità e tutti hanno creato un ambiente molto piacevole. Ogni mattina andavamo sul set pieni di entusiasmo, abbiamo corso molto per le strade di Firenze attraversando splendidi corridoi. Ho interpretato una donna così decisa, sulla base del libro è anche una bravissima giocatrice di scacchi ed è stato difficile per me, fortunatamente è andata bene far parte di questo gruppo
Irrfan Khan: Come attore si cerca sempre qualcosa di stimolante e qui vediamo un film che tratta un tema attuale con un tocco di mistero. La sinossi è stata la più complicata che abbia mai letto. Ho chiesto una sinossi di dieci pagine per seguire i vari aspetti della storia. Il personaggio mi ha affascinato sin dal primo momento per lo stile e l'umorismo. Si cercano e si trovano tanti personaggi diversi. Spero il risultato si sia visto, è stato meraviglioso

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