Indovina chi viene a Natale?
Dai film italiani di Natale ormai, ci si aspetta sempre la stessa cosa. Divertimento melenso, sceneggiatura semplice e scorrevole, sketch comici con un pizzico di ironia. I prodotti degli ultimi anni si sono fatti carico di questa nomea, riuscendo a dividere l’opinione degli spettatori che si sono spaccati in due: quelli che nonostante tutto ridono e li vedono volentieri; quelli invece che proprio non li sopportano più. Sebbene qualche film natalizio abbia messo d’accordo tutti per simpatia e il buon risultato – pensiamo per esempio a Colpi di fulmine dello scorso anno – "Indovina chi viene a Natale?" non ha preso la stessa direzione.
Fausto Brizzi dirige per l’occasione un film dall’intreccio narrativo alquanto complicato, la storia corale di una famiglia che tra fratelli e sorelle, figli e nipoti, svela i problemi che si nascondono all’interno di uno strambo nucleo familiare allargato. Gli stereotipi del caso ci sono dentro tutti. Dalla coppia borghese che non accetta il fidanzato della figlia perché menomato, alla donna divorziata che passa da un uomo all’altro alla ricerca di quello giusto; dai figli che crescono senza disciplina a quelli che invece sono più maturi dei genitori; dalla madre-padrona alla scomparsa di un punto fermo che teneva uniti tutti i componenti.
Il cast che è stato chiamato a portare in scena questa marmaglia di italianità ha in parte risollevato un film che partiva già debole e dalla facile categorizzazione con il filone dei cinepanettoni che mettono tanta carne al fuoco ma con un’estrema superficialità. Non si allontana di molto dall’etichetta cinematografica infatti, raccontando i fatti in maniera del tutto scontata e soporifera. Si predilige anche in questo caso la risata forzata che è suscitata da gag già viste e riviste. Brizzi non ha avuto neanche voglia di approfondire i personaggi, lasciandoli a loro stessi e non riuscendo a creare alcun tipo di empatia con chi è comodamente seduto sulle poltrone del cinema.
"Indovina chi viene a Natale?" è in sostanza un film noto, di cui si ha la percezione di sapere già i risvolti delle varie situazioni raccontate e di conoscere a memoria le battute delle scene. Non si può fare a meno di pensare che sia la classica opera girata apposta perché le sale nei periodi di festa si riempiono e la scelta spesso cade nei film a tema. Che sia così o meno sarà il box office a dirlo.
Quel che possiamo dire noi dell’opera in questione, è che rappresenta l’ennesima prova mediocre che punta a colmare il deficit di originalità che non fa che aumentare.
La frase:
"Mamma è nostra.. e tu devi sparire!".
a cura di Valeria Vinzani
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