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Il mistero dell'acqua
Kathryn Bigelow dopo Point Break e Strange Days passa ad un film decisamente di genere diverso. Ispirandosi al romanzo di Anita Shreve racconta due storie che avanzano parallelamente mescolando quasi impercettibilmente le vicende dei personaggi. Da una lato si sviluppa la storia di Maren (Sarah Polley), giovane sposa immigrata dalla Norvegia in America in cerca di nuova fortuna. È il 1873 e la sua nuova vita nell'isola di Shuttynose, sulla costa del New Hampshire, è estremamente solitaria e con un gravoso e faticoso lavoro quotidiano. Col tempo il suo animo si raggela e le sue speranze d'una vita diversa e serena si spengono nella certezza della sterilità. La sorella, giunta da poco anch'essa dalla Norvegia, scontrosa, cattiva e che si lamenta in continuazione della sua povertà esaspera Maren, ma sarà l'arrivo dell'amatissimo fratello e soprattutto della sua bellissima moglie a far precipitare la situazione. Maren verrà trovata una mattina su di uno scoglio dell'isola dove vive, con la camicia da notte insanguinata, terrorizzata e sconvolta per aver visto uccidere la sorella e la cognata dallo stesso uomo che suo marito ha ospitato per lungo tempo come un amico.
La storia di Maren si alterna a quella di Jean (Catherine McCormack) e di suo marito Thomas (Sean Penn), che si sviluppa ai nostri giorni. Jean deve fare un servizio fotografico proprio sull'isola in cui si svolsero i terribili omicidi, e nel tentativo di vivificare il suo rapporto con il marito, che sembra disfarsi velocemente, lo convince ad andare con lei. Sulla tartana di Rich (Josh Lucas), fratello di Thomas, insieme alla sua nuova fiamma (Elizabeth Hurly), la coppia parte alla volta dell'isola. Mentre Jean si lascia via via coinvolgere dalla storia di Maren, rileggendo gli atti del processo e convincendosi che l'assassino non è il pover'uomo che venne accusato e impiccato e che la versione dei fatti raccontata da Maren nasconde la verità, il rapporto con il marito perde sempre maggior consistenza vagando tra silenziosi rimproveri e dimenticandosi in ambigui rapporti con gli altri due viaggiatori. Sarà il mare in tempesta a travolgere inaspettatamente la vita di Jean, portando a galla la soluzione del mistero sugli efferati delitti e contemporaneamente le gelosie, i rimproveri e le paure sconvolgendo gli equilibri già precari della sua vita.
Con una regia indubbiamente d'effetto e la straordinaria fotografia di Adrian Biddle (Thelma & Louise, Dredd) la Bigelow riesce a mescolare magistralmente le immagini di un epoca nell'altra dando la sensazione sempre crescente che in realtà, sebbene i personaggi si trovino in situazioni oggettivamente differenti, i loro stati d'animo e le loro confuse certezze e ambigue verità siano le stesse. Confusione e ambiguità che compromettono la credibilità degli attori: appaiono infatti piuttosto impacciati e quasi persi nelle riflessioni fin troppo interiori dei loro personaggi, quasi a chiedersi dove quest'avventura interpretativa li stia portando. Tutti tranne Elizabeth Hurly nelle vesti della sensuale fidanzata di Rich, poco espressiva ma con un gran bel corpo che supplisce abbondantemente alla mancanza. Un ruolo che le calza a pennello e che nel turbamento generale riesce persino ad emergere. Anche la storia di Maren avanza lentamente e, seppur con meno confusione impera l'assoluta mancanza di tensione che dovrebbe invece essere crescente con l'avvicinarsi del dramma e con la successiva evoluzione verso la tragica verità di entrambe le storie.
Valeria Chiari
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