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Hesher è stato qui











E’ proprio il premio Oscar Natalie Portman, che nel film veste i panni della giovane Nicole di cui s’invaghisce il piccolo TJ alias Devin Brochu, a produrre il primo lungometraggio diretto da Spencer Susser, responsabile anche della sceneggiatura insieme al David Michôd regista dell’acclamato dramma a sfondo criminale "Animal kingdom" (2010).
Ma chi è l’Hesher cui il titolo fa riferimento? Interpretato da un magistrale Joseph Gordon-Levitt opportunamente fornito di lunghi capelli lisci ma poco curati, è un tatuato "metallaro" che entra nella vita del protagonista di cui sopra, tredicenne alle prese con la recente perdita della madre, triste evento che ha anche portato il papà, con le fattezze del Rainn Wilson di "Super" (2010), a una straziante reazione.
Un grottesco ed enigmatico personaggio che, facilmente propenso a eccentrici stratagemmi che si addicono più a un detenuto che a un "soccorritore", se da un lato appare volgare, violento e ignorante, dall’altro non incarna altro che i sentimenti provati da TJ, rivelandosi fondamentale sia per lui che per il suo genitore.
Tutte figure che, insieme alla ritrovata Piper Laurie di "Carrie, lo sguardo di Satana" (1976) qui nel ruolo della nonna, vanno a popolare una coinvolgente storia di solitudini immersa in un percorso di formazione dark, ma tutt’altro che distante, nei connotati, da una amara favola a stelle e strisce d’inizio terzo millennio; per quanto giocata di continuo – e in maniera efficace – sulla tendenza ad alternare tragedia e ironia.
Mentre la colonna sonora spazia da Metallica a Motörhead, passando per Dion & The Belmonts (è loro la storica "A teenager in love", che ascoltiamo nella sequenza dell’incidente mortale), e la macchina da presa di Susser privilegia il realismo; soprattutto quando è in perenne movimento, quasi a voler richiamare lontanamente alla memoria lo stile dei documentari e dei servizi giornalistici.
Chissà per quale motivo non abbia ottenuto neppure una candidatura al premio Oscar, considerando la lodevole confezione dello script e un cast nel complesso in stato di grazia.

La frase:
"Non sei un po’ cresciuto per stare dietro a TJ tutto il tempo?".

a cura di Francesco Lomuscio

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