Ponyo sulla scogliera
Ogni opera prodotta dal genio di Hayao Miyazaki, ogni storia venuta fuori dalle sue matite è sempre un vero successo, ed è capace di colpire al cuore e tirar fuori il bambino che c’è in ognuno di noi, aprendo e liberando il cuore da ogni peso.
E con "Ponyo on the cliff by the sea", il pluripremiato regista giapponese non si smentisce di certo.
Il film d’animazione, presentato alla 65ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, è una autentica favola contemporanea, con riferimenti ad una delle più classiche novelle di tutti i tempi: "La sirenetta", di H.C.Andersen, vista in chiave ecosensibile.
Protagonista è un bambino di cinque anni, Sosuke, che trova uno strano pesciolino rosso con la faccia umana, Ponyo, e decide di occuparsene senza sapere che la creatura viene dalle profondità del mare, dove uno stregone la tiene rinchiusa, e che lei stessa è dotata di poteri magici.
La prima cosa che colpisce gli occhi dello spettatore è l’utilizzo dei colori, che rispetto ai due film precedenti di Miyazaki, "La Città Incantata" e "Il Castello Errante di Howl", sono molto più soffici, dai toni più delicati e dalle tinte pastello, quasi a voler attirare l’attenzione di un pubblico diverso e più giovane rispetto al folto gruppo di appassionati di animazione giapponese. Anche la tecnica, e la storia più lineare e diretta, incentrata soprattutto sull’amicizia tra Sosuke e Ponyo, sembrano rivolti più a dei bambini, ma non possono, comunque, non affascinare lo spettatore adulto che inevitabilmente si sente più leggero dei problemi quotidiani e pieno di speranza al termine del film.
La particolarità di questa pellicola, così come degli altri film del regista, è proprio la speranza nel futuro, nelle persone e soprattutto nell’amore, sotto ogni forma. La magia rimane sempre una delle caratteristiche essenziali nella espressione e nella realizzazione di ogni sogno, e viene vissuta dai personaggi, e di riflesso anche dallo spettatore, come una cosa concreta e reale, proprio perché manifestazione di quell’amore verso la vita e la natura che Miyazaki continua a predicare.
Tanti sono gli spunti riflessivi che il film concede, a partire dal degrado ambientale: la natura maltrattata dall’uomo che si ribella in maniera violenta, qui rappresentata da uno stregone che medita di riportare la terra ad epoche geologiche remote e cancellare il genere umano. Il paradosso sta nel fatto che lo stesso stregone è stato un uomo, cosa che detesta ricordare soprattutto quando vede in che condizioni gli abitanti della terra stanno rendendo il mare: una discarica sommersa, e lui ha la soluzione perché tutto questo non capiti più, quasi a voler dimostrare che in qualche modo ognuno può rimediare ai propri sbagli e a quelli degli altri.
Il mare quindi diventa anche protagonista del film, perché prende vita, nel vero senso della parola, sotto il comando dello stregone, ma anche della piccola Ponyo, e si mostra sia in tutta la sua furia e potenza, sia nella sua magnanimità e generosità.
Miyazaki, inoltre, pare avere un certo riguardo per il genere femminile che esprime sempre disegnando donne dal carattere forte ma sensibile, ed anche in questo film i due personaggi femminili più importanti, le due madri, mostrano un coraggio, una generosità e una grandezza d’animo che ben si sposano col proprio ruolo: hanno sempre una buona parola, una soluzione per tutto, e anche quando le cose sembrano difficili riescono, con tanta serenità, a tirar fuori un’energia e un ottimismo incredibili.
Ma i personaggi più importanti sono loro, Sosuke e Ponyo. Il bimbo che con l’innocenza dei suoi cinque anni promette di proteggere il piccolo pesciolino rosso. È una grossa responsabilità per la sua età mantenere una simile promessa, ma lui con determinazione e tenacia riesce ad essere fedele al suo impegno, salvando pure il mondo da una catastrofe. Ponyo, dal canto suo, ha un amore e una passione per quel mondo umano che tanto la incuriosisce da voler lei stessa diventare una bambina, con tanto di mani e piedi, e non si ferma davanti a niente pur di realizzare il suo sogno.
Ancora una volta speranza, ancora una volta fiducia nel futuro, nelle persone e nell’amore che i due bambini incarnano alla perfezione sotto il magico disegno di Miyazaki.
La frase: "Forza, adesso si vola!".
Monica Cabras
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