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Il derviscio
Dopo un paio di film destinati alla televisione Alberto Rondalli punta al grande schermo con la storia di una tragedia personale. Sebbene ambientato in una cittadina di provincia nell'Impero Ottomano al tempo della dominazione Turca, il racconto della trasformazione intima di Ahmed Nurettin è perfettamente assimilabile a quella di molti personaggi della tragedia classica, e senza andare così lontano, al nostro mondo moderno, islamico o occidentale. Sceicco della comunità civile religiosa di una cittadina di provincia, Nurettin è un uomo il cui mondo si poggia su certezze assolute e verità eterne, codificate e sanzionate dal Corano. Ma la sua intransigenza viene di colpo spazzata via dall'arresto del fratello che verrà condannato a morte pur senza colpa. Lo scontro di Nurettin con il potere politico che nulla ha a che vedere con la volontà di Allah, sconvolge e capovolge tutti i principi sui quali la sua vita si è poggiata fino a quel momento. Da uomo di giustizia Nurettin si trasforma in vendicatore abbandonando per sempre il mondo illuminato della conoscenza di Dio, per immergersi in quello delle tenebre. Tenebre che lo condurranno attraverso la paura ed inseguito la vendetta. Una conversione alla rovescia, senza resurrezione con la sola morte come soluzione ultima.
Sullo sfondo di una dimensione storica accuratamente ritratta, la storia di Nurettin e del suo devastante cambiamento interiore si dipana con la lentezza della fatalità. E mentre una straordinaria fotografia illustra con un impeccabile e sottile passaggio dalla luce all'ombra, la cupezza dell'animo del protagonista abbandonato ormai dalla luminosa conoscenza di Dio, i gesti che compie e le parole che pronuncia segnano il suo continuo divenire e sottolineano una drammatica ineluttabilità. Un uomo come tanti, un eroe universale, spesso non compreso dagli altri, in lotta con se stesso e con una personalità in continuo divenire: non più un islamico ma semplicemente e principalmente un uomo nel mondo, in lotta per la giustizia e la verità, e contro uomini che utilizzano il proprio potere per dominare violentemente sugli altri. Incisivo interprete di quest'uomo travagliato e in lotta con il mondo, l'attore e danzatore spagnolo Antonio Buil Puejo, il cui sguardo è spesso più eloquente di qualsiasi gesto o parola.
Valeria Chiari
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