La Christiane F. di Edel e i Falchi di D'Angelo Jr in blu-rayKoch lancia in alta definizione "Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino" e "Falchi" di Francesco Lomuscio30 giugno 201715:16
Tra le prime fatiche cinematografiche dirette dal tedesco Uli Edel, è, senza alcun dubbio, uno di quei titoli che maggiormente hanno saputo descrivere sul grande schermo la maledetta generazione dei giovani tossicodipendenti di fine anni Settanta.
Tratto nel 1981 dal best seller autobiografico scritto da Christiane Vera Felscherinow, infatti, "Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino" pone una superba, allora quindicenne Natja Brunckhorst nei panni della ragazza berlinese del titolo, la quale vive insieme alla madre ed alla sorella in uno squallido quartiere dormitorio e, portata da un'amica nella discoteca più grande d'Europa, conosce molti coetanei da cui impara a fumare e a farsi di LSD. Un evento che segna soltanto l'inizio di una vera e propria discesa nel tunnel della droga effettuata insieme al gentile e premuroso Detlev interpretato da Thomas Haustein, dipendente dall'eroina e in cui compagnia, appunto, cade sempre più in basso perdendo inibizioni e senso morale.
Trailer italiano per Falchi (2017), un film di Toni D’Angelo con Fortunato Cerlino, Michele Riondino, Xiaoya Ma. Napoli, la città delle mille contraddizioni. Fortunato Cerlino e Michele Riondino sono Peppe e [..] Non a caso, tra una visione al cinema del capolavoro zombesco "La notte dei morti viventi" e un'apparizione del mitico David Bowie (anche presente all'interno della colonna sonora), nella parte di se stesso, durante un concerto, il lento evolversi delle oltre due ore e dieci di visione non risparmia affatto crude situazioni e veri e propri pugni nello stomaco dello spettatore; tanto più che la macchina da presa immortala il tutto ricorrendo ad uno sguardo piuttosto freddo, quasi documentaristico. Scelta dovuta in maniera evidente alla necessità di consentire al realismo di trapelare in maniera efficace dalle immagini delle siringhe conficcate nelle braccia, dai racconti di masturbazioni eseguite da adolescenti maschi agli uomini per ottenere soldi e dalla decisamente disgustosa sequenza del vomito, degna di un film dell'orrore. Il tutto, due anni prima che anche il compianto Claudio Caligari affrontasse l'argomento attraverso l'altrettanto memorabile "Amore tossico", al servizio di un autentico cult che Koch Media provvede finalmente a rendere disponibile su supporto blu-ray e con formato video 1.77:1. La stessa Koch Media che, con il trailer e uno speciale di cinque minuti nella sezione del disco riservata ai contenuti speciali, lancia nell'home video in alta definizione anche "Falchi", visto nelle sale cinematografiche a Marzo 2017, nonché terzo lungometraggio a firma del Toni D'Angelo figlio del popolare cantautore Nino, qui autore delle musiche originali. Lungometraggio che trasforma Michele Riondino e il gomorriano Fortunato Cerlino in due individui appartenenti, appunto, ai Falchi, ovvero i poliziotti della sezione speciale della Squadra Mobile che contrastano il crimine - in borghese ed in sella alla moto - per i vicoli delle città laddove le volanti non riescono ad arrivare, in questo caso immersi nella Napoli maggiormente grigia e pericolosa. Individui dediti spesso a metodi poco convenzionali e la cui tesissima esistenza viene ulteriormente sconvolta da una tragedia personale e professionale destinata a colpirne ancor di più l'equilibrio psicologico; prima che, in preda allo sconforto e assetati di vendetta, decidano di ingaggiare una lotta senza esclusione di colpi contro una potentissima e spietata organizzazione criminale cinese. E, se da un lato uno dei due intraprende una storia sentimentale con una ragazza dagli occhi a mandorla, dall'altro risulta quasi impossibile non associare l'insieme ad una rivisitazione in salsa partenopea dei melò d'azione sfornati dalla cinematografia di Hong Kong. Del resto, mentre la veterana Stefania Sandrelli ricopre un piccolo ruolo, non manca neppure un confronto diretto a due con pistole puntate l'una contro il volto dell'altro, come in molti dei lavori di John Woo. Anche se, in verità, complice in particolar modo la prevalenza dei dialoghi rispetto al movimento a suon di pallottole volanti, è soprattutto lo stile di Johnnie To a lasciarsi avvertire all'interno di un'operazione che, propensa ad alternare in più occasioni passato e presente, intende ribadire, tra l'altro, il diritto di ognuno ad avere un'altra possibilità. Cosa sceglierete, i fiumi di sostanze stupefacenti di "Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino" o la delinquenza di "Falchi"?
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