Un paese quasi perfetto e Troppo napoletano in dvd per ridere... a sud!

Visto nelle sale cinematografiche a fine Marzo 2016, si basa sul contrasto generato dall'incontro-scontro tra un cittadino dell'Italia settentrionale ed una civiltà rurale di quella meridionale.
Del resto, con il "nordista" incarnato da un Fabio Volo più convincente del solito e i "sudisti" comprendenti, tra gli altri, Silvio Orlando, Nando Paone e Carlo Buccirosso, è il Massimo Gaudioso sceneggiatore dell'acclamato "Benvenuti al sud" di Luca Miniero a trovarsi dietro la macchina da presa per "Un paese quasi perfetto", rifacimento del canadese "La grande seduzione", diretto nel 2003 da Jean François Pouliot.
Rifacimento ambientato nell'immaginario paese Pietramezzana, che, sperduto sulle Dolomiti lucane, rischia di sparire perché non solo i pochi abitanti rimasti sono per lo più minatori che vivono con una cassa integrazione a rischio di trasformazione in disoccupazione permanente, ma, nel momento in cui intravedono nell'apertura di una fabbrica la soluzione a tutti i loro guai, si rendono conto del fatto che per concretizzare la cosa occorre obbligatoriamente un medico.

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Medico che individuano in un rampante chirurgo estetico milanese appassionato di cricket e che, una volta approdato nel posto, spiano telefonicamente al fine di conoscere tutte le sue esigenze ed accontentarlo facendogli credere - ad eccezione di una bella locale cui concede anima e corpo Miriam Leone - di trovarsi dove ha tutte le comodità che desidera. Provvedendo a regalare, tra l'altro, un esilarante equivoco verbale legato al sushi sashimi e la divertente sequenza in cui guardano in tv proprio una partita dello sport praticato con mazza, palla e guantone; al servizio di un decisamente gradevole insieme che, mirato a ribadire l'importanza di sfruttare al meglio quello che già si possiede, è 01 a rendere disponibile su supporto dvd con trailer, nove minuti di scene tagliate e dodici di backstage quali contenuti speciali.
La stessa 01 che lancia nel mercato dell'home video "Troppo napoletano", che, prodotto, tra gli altri, dal comico partenopeo Alessandro Siani, rappresenta la seconda fatica registica di Giorgio Ansanelli, a quattro anni dal lungometraggio a episodi "All'ultima spiaggia".
Una oltre ora e mezza di visione volta a concentrarsi sulla figura di un undicenne che, con le fattezze di un sorprendente Gennaro Guazzo, prima rimane turbato dall'improvvisa, ridicola dipartita del padre, popolare cantante neomelodico, poi viene affidato dalla madre Serena Rossi - nonché ex compagna dell'uomo - ad un timido e imbranato psicologo dell'infanzia cui concede anima e corpo Rosario Morra.
Psicologo che si invaghisce della donna e che, allo stesso tempo, scopre che il bambino è in preda alle prime inquietudini sentimentali a causa dell'infatuazione nei confronti di una coetanea interpretata da Giorgia Agata.
Con la conseguenza che non possa essere altro che il loro patto di impegnarsi a supportarsi nei rispettivi intenti di conquiste amorose ad accompagnare in maniera principale l'operazione, ulteriormente arricchita da simpatici personaggi spazianti da un Luigi Esposito bidello agli amici e parenti del protagonista, dal Gianni Ferreri della serie televisiva "Distretto di polizia" alla Loredana Simioli di "Reality".
Tutti gestiti da una piuttosto fresca regia nel corso di una godibile, moderna favola ironica dal forte retrogusto romantico che, tra un flashback richiamante il cinema dei tempi del muto e una "lezione" a base di albero genealogico della canzone neomelodica napoletana, viene in questo caso corredata di trailer, galleria fotografica, sei minuti di scene tagliate, quattro di backstage e ventotto di papere.