5 motivi per vedere LIghts Out al cinema

Arriva nelle sale italiane l'horror "Lights Out - Terrore nel buio", scritto e diretto da David F. Sandberg e interpretato - tra i tanti - da Maria Bello. Quest'ultima è Sophie, una donna che in passato ha sofferto di depressione e per questo motivo è stata chiusa in un manicomio per molto tempo. Qui ha conosciuto una ragazzina con una grave malattia della pelle e da quel giorno sono diventate amiche per la pelle. Un giorno però, a causa di un esperimento, qualcosa va storto...
Sono passati anni da quanto Rebecca (Teresa Palmer), la figlia della donna, se n'era andata di casa e pensava di aver lasciato dietro di sé le sue paure di bambina. Crescendo, non era mai sicura di cosa fosse reale e cosa non lo fosse quando le luci si spegnevano. Ora il suo piccolo fratellastro Martin (Gabriel Bateman) sta vivendo gli stessi terrificanti eventi che avevano già messo alla prova la sua sanità mentale e minacciato la sua sicurezza. Una spaventosa entità è tornata dopo la morte del padre e nulla sarà più come prima.

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Molti di voi si chiederanno se vale la pena spendere i soldi per vederlo al cinema. Noi pensiamo di sì per cinque diversi motivi. Innanzitutto, a colpire è l'originalità del soggetto, in quanto la pellicola è incentrata su una figura che si manifesta solo al buio e diviene invisibile una volta accesa la luce. Non è la prima volta che si vede sul grande schermo un'idea simile, ma il fatto che questa entità sembri essere presente in ogni istante del film è qualcosa che ci ha colpito molto. Un altro motivo è associato all'impatto che gli effetti speciali utilizzati hanno sul pubblico, i quali contribuiscono a creare una buona dose di suspance nello spettatore, insieme all'uso di una colonna sonora coinvolgente e inquietante. Un'altra nota positiva per la quale consigliamo Lights Out è la storia generale su cui si erge l'intero film, che va al di là del puro horror e ha dei risvolti psicologici molto profondi: "tu esisti solo perché ci sono io".

Tutto ruota intorno al dolore provato da Sophie e indovinate un po'? Come era già avvenuto nel suo passato - quando il primo marito li aveva abbandonati - la presenza compare solo nei momenti più duri della sua vita (in questo caso la depressione è dovuta alla morte del suo secondo amore, evento che dopo anni ha provocato il ritorno della terrificante figura), come se la madre di Rebecca e Martin vedesse in essa l'unico conforto. In questo caso, Un altro punto di forza della pellicola sono i temi trattati, tra i quali emerge la consapevolezza che spesso il potere della mente può essere più forte di qualsiasi sentimento, ma non quando a essere in pericolo sono i propri figli. Nel film, infatti, viene messo in luce ciò che una madre sarebbe disposta a fare per il bene dei suoi cari, per difenderli e assicurargli una vita migliore. Infine, ma non meno importante, è potrebbe essere interessante vedere il progetto per la scena iniziale: tutto parte da una luce spenta per poi terminare in una tragedia, dalla quale nasce l'intera pellicola.

Molti film horror, purtroppo, tendono a partire dal contesto in cui si svolge la vicenda, aspetto che prende circa mezz'ora del tempo nella maggior parte dei casi, mentre qui si ha subito una prima manifestazione.
Insomma, anche se non mancano le carenze, è sicuramente un film da vedere. Ricordiamo che "Lights Out - Terrore nel buio" sarà al cinema a partire dal 4 agosto 2016.