Il magico universo di Miyazaki in alta definizione con Lucky red

Probabilmente, i lettori ricorderanno di averlo visto nelle nostre sale cinematografiche a partire dal Maggio del 2000.
In realtà, però, è a tre anni prima che risale "Principessa Mononoke", capolavoro del cinema d'animazione che, diretto dal giapponese classe 1941 Hayao Miyazaki, parte dalla figura di Ashitaka, giovane guerriero della dinastia Emishi; il quale, ferito al braccio da un cinghiale posseduto da una divinità malvagia e che si è trovato, di conseguenza, costretto ad uccidere, viene colpito da una maledizione mortale.
Maledizione che lo porta a lasciare il suo villaggio proprio per trovare il modo di neutralizzarla; fino al momento in cui non solo s'imbatte nella giovane selvatica San, allevata dai lupi e soprannominata Principessa Mononoke, "la principessa degli spettri", ma conosce anche i suoi nemici umani: i Tatara, comunità di fabbri costruttori di armi da fuoco, guidati dalla Lady Eboshi il cui obiettivo è la distruzione delle foreste abitate dagli animali cari alla ragazza.
Al servizio di una favola per adulti dal sapore fortemente mistico e che, con centoquarantaquattromila tra immagini disegnate a mano ed altre al computer, individua la sua caratteristica essenziale negli Dei della foresta, in gradi di mutarsi in belve feroci e che rappresentano la vera essenza primordiale degli animali.
Una favola per adulti che Lucky red rende finalmente disponibile per il mercato dell'home video in alta definizione, oltretutto impreziosita da contenuti speciali comprendenti storyboard in HD, trailer e, soprattutto, "Mononoke in USA", speciale riguardante la promozione del film effettuata dall'autore stesso in Nord America.
Ma le novità miyazakiane in blu-ray non si fermano qui, perché Lucky red lancia anche "La città incantata", ovvero il lavoro conquistatosi il premio Oscar per il miglior film d'animazione nel 2001 (in Italia, però, la pellicola arrivò nei cinema due anni dopo), e "Si alza il vento", datato 2013.

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Nel caso del primo titolo, corredato di spot originali e storyboard, abbiamo la città fantasma in cui, attraversata una galleria posta in fondo ad una misteriosa strada senza uscita durante il trasloco dalla vecchia abitazione, finiscono la capricciosa e testarda Chihiro, di dieci anni, e la sua famiglia. La Chihiro che, nell'affrontare un nuovo mondo popolato da antiche divinità ed esseri straordinari che impara a conoscere al fine di salvarsi, rinuncia alla pigrizia, alla ragione, ai ricordi e, addirittura al proprio nome; mentre i genitori, gettatisi famelici sul cibo, si ritrovano trasformati in maiali.
Un nuovo, magico mondo che Miyazaki, nel tratteggiare, come di consueto, un poetico racconto su celluloide di amicizia, amore e passione, utilizza per enfatizzare quello moderno, altrettanto superficiale, variopinto e ricco di lucenti inganni.
Per quanto riguarda il secondo, invece, derivato da un manga e ruotante attorno alla frase dello scrittore e poeta francese Paul Valéry "Bisogna tentare di vivere", il protagonista è il miope Jiro, impossibilitato a diventare pilota ma che, nel 1927, entra a lavorare in una delle principali società nipponiche di ingegneria aeronautica; in quanto il suo sogno è quello di progettare aeroplani ispirandosi al famoso ingegnere italiano Gianni Caproni.
Due personaggi, Jiro - che inizia anche a frequentare la dolce Nahoko - e Caproni, che non incarnano altro che due alter ego dello stesso Miyazaki, entrambi spinti a stimolare il loro contorno umano al fine di fargli realizzare i sogni che idealizzano.
Un melodrammatico inno alla forza di continuare ad andare avanti per il conseguimento dei propri scopi, dopo qualsiasi sconfitta e che, non a caso, non può fare a meno di apparire quale opera decisamente più matura e realistica rispetto alle precedenti di colui che ci ha regalato "Il mio vicino Totoro" e "Il castello errante di Howl".
Con storyboard e conferenza di fine lavorazioni quali extra, probabilmente il testamento del maestro delle illustrazioni in movimento dagli occhi a mandorla... ma ancora non possiamo dirlo con certezza.