Movie Flash: Tris di dvd di Uwe Boll per One movie
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Del tedesco Uwe Boll, autore del trashissimo zombie-movie "House of the dead" che è stato definito (ingiustamente, bisogna ammetterlo) il peggior regista dei nostri tempi, One Movie ha distribuito in sala, tra il 2008 e il 2009, sia il fantasy "In the name of the king", interpretato da Jason Statham e Ron Perlman, che il delirante "Postal", ispirato all'omonimo videogioco.
Demenziale, anarchico e assurdamente incentrato sulle gesta del giovane Postal Dude (Zack Ward), il quale arriva a convincersi che, quando non si ha più niente da perdere, non c'è nulla di più edificante del lasciarsi andare a violenza e distruzione, è proprio quest'ultimo ad essere distribuito ora su supporto digitale dalla stessa label, che di Boll lancia direttamente in dvd anche gli inediti "BloodRayne 2-Deliverance" e "Seed".
Ma, se "Postal", volto ad attaccare tutto e tutti senza vergogna e senza regole, non fatica ad apparire nelle vesti di riuscito mix di risate e accenni splatter a metà strada tra la Troma e i fratelli Zucker, già "BloodRayne 2-Deliverance" si sposta su un discorso più serio, facendo da sequel al cineVgame che, firmato dallo stesso Boll nel 2005, vedeva la Kristanna Loken del terzo "Terminator" nei panni di una dhampir (creatura per metà vampiro e per metà umana) impegnata a dare la caccia ai succhiasangue nella Transylvania del XVIII secolo. Fuori la Loken e dentro Natassia Malthe, la nuova avventura senza infamia e senza lode di questa sorta di Blade al femminile si svolge nel vecchio west, tra pallottole ed eterni immortali a cavallo, nella sola attesa del già annunciato terzo episodio.
E' però "Seed", interpretato dal veterano del cinema d'azione Michael Paré e interamente costruito sulle sanguinose gesta di un pericoloso serial killer sopravvissuto alla sedia elettrica, a mettere a dura prova lo stomaco dello spettatore. Infatti, nel corso dei circa 86 minuti di visione (non 103 come riportato sulla confezione del disco), penalizzati forse da un ritmo narrativo non proprio incalzante ma che finiscono per scandire una delle opere migliori del cineasta teutonico, a dominare sono soprattutto crude immagini di morte e violenze da torture porn alla "Hostel", tanto che tornano alla memoria perfino gli insostenibili splatter straight to video alla Andreas Schnaas; fino ad un epilogo tutt'altro che prevedibile e consolatorio.
Peccato che i dvd siano del tutto privi di contenuti speciali.
Francesco Lomuscio
(11 agosto 2009)
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