Christine Cristina
Cristina da Pizzano fu (a detta del pressbook) "la prima donna a vivere soltanto grazie alla propria penna, cioè scrivendo e pubblicando opere poetiche" e nessuno ne aveva ancora mai parlato sul grande schermo (visse nel 1300). Stefania Sandrelli, nonostante una delle carriere da attrici più importanti e significative della storia del cinema italiano, non si era ancora mai messa dietro la macchina da presa per dimostrare quanto avesse imparato in tutti questi anni.
Bastano due buone ragioni per realizzare un film? No. E infatti "Christine Cristina" centra in pieno tutti i topos delle purtroppo tante riproposte critiche ad alcuni film italiani.
Sembra, per regia, uno sceneggiato televisivo? Sì. Gli attori recitano dialoghi improbabili ed esplicitano solo attraverso di questi le proprie emozioni? Sì. E’ un film in costume in cui, per quanto sicuramente c’è stata tanta cura per abiti e scenografie, sembra essere stato girato al lago vicino casa? Sì, abbiamo anche questo. Senza poi parlare di un onnipresente irritante accompagnamento musicale che raggiunge il suo apice all’ingiù nella conclusiva canzone di Sting dall’arrangiamento "medioevale".
Possibile continuare ancora a realizzare personaggi così piatti e stereotipati dopo tanto brutto cinema realizzato in questi anni puntualmente bocciato da pubblico e critica? Il cattivo è cattivo e vendicativo, gli amici buoni e sempre disponibili comunque e dovunque, la protagonista generosa, idealista, pur e senza mai alcun dubbio. Viva le apologie! Non c’è mai una mezza tinta, un piccolo accenno di profondità, né di sceneggiatura che di regia. Qualsiasi piccolo spunto potenzialmente interessante, che sia il maschilismo dell’epoca, gli stravolgimenti politico-storici del periodo, il ruolo degli "strimpellatori" e degli artisti nella società o i possibili dubbi sulla fede di chi sta per prendere i voti, vengono sorpassati da un centro narrativo che finisce con il raccontare poco e nulla né della sua protagonista né dei personaggi di contorno.
Realizzato con il contributo di Rai Cinema, del Ministero per i Beni culturali e la Regione Lazio, l’unica riflessione che "Christine Cristina" pone allo spettatore a fine proiezione è: come è possibile tutto questo?

La frase: "Soltanto restando bambina supererai le avversità".

Andrea D'Addio

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