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Cesare deve morire











Epilogo della battaglia di Filippi: Bruto, sconfitto da Ottaviano, implora i suoi generali di porre fine alla sua vita. Buio. Subito dopo si accendono le luci e ci accorgiamo di assistere a uno spettacolo teatrale nel carcere di Rebibbia.

In questo documentario i fratelli Taviani portano le macchine da presa all'interno del più famoso istituto correttivo romano, e registra la realtà del teatro in carcere. Anche se la struttura di pena è sempre presente nello sfondo, il rapporto fra arte e cattività è accennato sempre e soltanto come sottinteso, sono davvero rari i momenti in cui si crea un corto circuito autentico tra le due realtà.
Curiosamente, questi sono anche i momenti meno convincenti della pellicola. Per fortuna sono istanti davvero sporadici che scompaiono di fronte a un prodotto solido, dalla fotografia tagliente e da una regia straordinariamente asciutta. Il bianco e nero è funzionale a questo distacco che impedisce scadimenti nel patetismo e nel compiacimento. Il punto più importante è la determinazione in cui i vari attori portano avanti il proprio progetto teatrale dimenticando tutto il resto, anche le piccole ripicche personali e a volte persino le alte mura che incombono costantemente nel loro panorama visivo.
Quello che è certo è che ci troviamo di fronte ad attori che sono impegnati in progetti di teatro in carcere da diversi anni: la loro tecnica è evidentemente solida, al punto che spesso sono più naturali durante le prove e leggermente più artificiali quando interpretano se stessi davanti alla macchina da presa.

Il film è stato presentato in concorso al 62 Festival di Berlino nel 2012 ed è stato accolto molto favorevolmente dalla stampa. Di certo il messaggio di libertà del Giulio Cesare di Shakespeare qui acquista una valenza molto particolare all'interno di una struttura correttiva e di volta in volta si può notare la stratificazione di vari livelli di significato: libertà individuale, collettiva e, data l'omogeneità anagrafica dei detenuti, di un'intera generazione

La frase:
"Invece di fare il carcere seriamente, questo si è messo a fare lo scemo".

a cura di Mauro Corso

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