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C'era una volta in Inghilterra
Dek è goffo e impacciato ed è innamorato di Shirley a tal punto
da chiederle di sposarlo mentre partecipano ad un gioco televisivo per coppie.
Jimmy è un buono a nulla e non può credere ai suoi occhi: quella che sta ricevendo un' offerta di matrimonio in diretta davanti a milioni di sudditi di Sua Maestà è proprio la sua ex-moglie.
Shirley, imbarazzata e presa alla sprovvista, rifiuta e a quel punto Jimmy
avrà un solo un obiettivo: lasciare i suoi poco ortodossi affari a Glasgow,
tornare a Nottingham ( lo so che non vi dice niente ma pensate allo Sceriffo di Robin Hood ) e riconquistare la donna e la figlia Marlene, nonostante le abbia abbandonate 12 anni prima per scomparire nel nulla.
La confusione di Shirley e l'inadeguatezza di Dek sembrano spianare la strada
al suo progetto di famiglia felice, ma Jimmy non ha fatto i conti con i suoi limiti e soprattutto con Marlene, che spinge Dek, nella sfida con il rivale,
a non mollare e a trasformarsi da tenero Imbranato ad Eroe.
Il regista Shane Meadows scrive con Paul Frazer la sceneggiatura del film, ma ahimè, nonostante quattro mani siano meglio di due, a parte lo spunto iniziale
non si impegna molto per offrire alla sua commedia una storia degna di futura memoria, né soprattutto riesce a garantirle il giusto equilibrio, oscillando pericolosamente tra farsa e slittamenti drammatici.
E delle sue incertezze chiaramente ne risente anche il cast: il bravo Rhys Ifans,
quasi un sosia di Simon Le Bon ( nei panni dell'esilarante coinquilino di Hugh Grant ci ha salvato dalla noia mortale di "Notting Hill" ), si perde un po' troppo spesso tra le vigliaccherie buffonesche e i momenti di inaspettata lucidità di Dek,
mentre Robert Carlyle non sa mai bene dove portare il suo Jimmy quando esce dalla nevrosi "fanculo-fanculo" che lo ha reso famoso sul grande schermo da "Full Monty" in poi.
Meadows, con l'aiuto della colonna sonora di John Lunn, vede la sua Nottingham come uno scenario western per il duello sentimentale fra Dek e Jimmy e chiede alla bella fotografia di Brian Tufano di portarci dentro a cieli plumbei e a salotti proletari; forse è un po' poco per chiudere al meglio la sua Trilogia sulle Midlands, cominciata con gli acclamati "Ventiquattrosette" e "A Room for Romeo Brass", e soprattutto per essere all'altezza delle grandi commedie che negli ultimi vent'anni "c'erano una volta in Inghilterra".
Max Morini
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