Boog e Elliot a caccia di amici
Boog, orso grizzly addomesticato un giorno si imbatte in Elliot, esemplare di una specie di cervi dalle dimensioni molto ridotte. Entrambi riscopriranno i pericoli e le emozioni della vita allo stato selvaggio, proprio alla vigilia dell'apertura della caccia.

Open season fa parte di quella serie di cartoni animati di impianto tradizionale, e cioè privi di quei costanti ammiccamenti e richiami cinefili che spesso fanno felici più gli adulti dei bambini "veri". In buona sostanza si tratta di una fiaba, in cui attraverso una serie di gag e di situazioni improbabili quanto spassose venogno trasmessi messaggi importanti per i più piccoli, come il valore dell'amicizia, della collaborazione e del senso di appartenenza al proprio luogo di origine. Naturalmente non si tratta di nulla di originale, e Open season non presenta caratteristiche che lo facciano risaltare in modo particolare rispetto ai tanti film basati sugli animali parlanti. L'unico aspetto interessante consiste nel modo in cui le bestiole del bosco riacquistano la loro libertà: con l'assunzione di tratti antropomorfi più marcati. In altri parole il castoro, l'alce e l'anitra riacquistano la propria dignità ed indipendenza proprio nel momento in cui questi acquistano particolarità ed atteggiamenti umani, incluso il camminare sulle zampe posteriori. L'animazione è impeccabile, come è lecito attendersi da un prodotto Sony, e colpiscono soprattutto i lunghi piani sequenza sulla sonnolenta cittadina ai cui confini si svolge la piccola vicenda di queste bestioline. Sono presenti anche dei tipi umani buffi e caricaturali, come la coppia di sessantottini in perenne viaggio spirituale o il cacciatore ossessionato da una presunta cospirazione da parte della natura nei confronti dell'uomo. Unica citazione godibile proviene da "Braveheart" ed è in parte giustificata dal gioco di parole funzionante però solo in inglese (il suono di "Braveheart", cuore coraggioso, è molto simile a "Brave hart", cervo coraggioso).

L'impressione generale è che Open Season abbia anche qualche timida ambizione educativa, mostrando qualcosa sull'habitati di alcuni animali statunitensi, oltre che qualche intento evidentemente contro la caccia. I più piccini troveranno molti spunti di divertimento (e talvolta anche i più grandi), ma si tratta di un'opera che nonostante l'indiscutibile qualità lascia un senso di incompiutezza, come se una vera propria epica del bosco abbia fatto fatica a relizzarsi.

La frase:
"Sono unicornuto, non guardarmi!"

La curiosità:
Nei titoli di coda compare "Non è stato fatto male a nessun coniglio durante le riprese"

Mauro Corso

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