04 Dicembre 2006 - Conferenza stampa
"Boog e Elliot a caccia di amici"
Intervista al regista e alla produttrice.
di Mauro Corso
Incontriamo uno dei tre registi del film, Anthony Stacchi e uno dei produttori, Michelle Murdocca.
I film di animazione presentano sempre più spesso temi da adulti, parlando ad esempio di ecologia, quale crede sia la ragione?
Anthony Stacchi: Una volta i film d'animazione erano destinati principalmente ai bambini ed erano percepiti come prodotti per i più piccoli. Credo però che nel passato più recente si sia evidenziata una mancanza di film per famiglie. Quando c'è stata la grande ripresa del film d'animazione, grazie alla computer grafica, ci siamo resi conto che questi prodotti attiravano un pubblico più vasto, non solo di adulti e bambini ma anche di ragazzi.
Che effetto ha avuto sulla storia l'uso di tecniche 2D e 3D?
Anthony Stacchi: Per quanto riguarda l'animazione in 2D siamo stati molto influenzati dai cartoni animati della Warner Bros, e in secondo luogo abbiamo voluto trovare uno stile grafico molto forte, grazie anche a uno dei nostri consulenti, che era stato direttore artistico per la Bella addormentata nel bosco.
Comè nata la sceneggiatura?
Michelle Murdocca: L'idea è di un autore di fumetti e di strisce per quotidinia, Steve Moore, che ha una serie che parla di caccia. Venne alla Sony Picture Animation quando era appena nata e ci disse "cosa ne pensate di una storia in cui i cacciatori diventano le prede e vengono cacciati dagli animali"? A noi sembrò un'idea molto buona. Lo sviluppo della sceneggiatura è stato costante, le modifiche sono state effettuate in ogni singola fase della lavorazione.
E il casting originale com'è stato fatto?
Anthony Stacchi: Avevamo fatto diversi provini per trovare le voci adatte e fare in modo che lavorassero bene insieme, soprattutto per quanto riguardava Boog e Elliot i due protagonisti. Abbiamo scelto Martin Lawrence perché lui è un cabarettista, uno straordinario improvvisatore, come del resto Ashton Kutcher, che ha lavorato a MTV. All'inizio Ashton doveva interpretare Boog, ma era troppo pesante, così abbiamo invertito i ruoli. Lawrence è stato entusiasta di avere il ruolo del protagonista al posto del personaggio comico, anche perché ha due figlie piccole... insomma, ne era orgoglioso.
Non ci sono troppe armi nel film?
Anthony Stacchi: Abbiamo cercato di stare attenti e di limitarle al massimo. La produzione ci aveva detto che nessuno degli eroi doveva mai imbracciare un arma o puntarli contro altri esseri umani. Però non si può fare un film sulla caccia senza armi. È la storia di un orso che capisce cosa vuol dire essere un animale cacciato.
Perché ancora una volta film con animali parlanti?
Anthony Stacchi: Penso che la storia è quello che conta in definitiva, quello in cui il pubblico si identifica, anche se si tratta di animali parlanti, perché loro sono noi e noi siamo loro. La ranger in fondo è una mamma che capisce che suo figlio una volta cresciuto deve andare per la sua strada. La storia deve far ridere, ma deve anche avere un nucleo emotivo.
Perché gli umani sono sempre in minoranza?
Anthony Stacchi: Non c'è un motivo tecnico vero e proprio, adesso però con le nuove tecnologie le pellicce degli animali sono sempre più naturali. Nel futuro probabilmente gli umani saranno sempre più presenti. Poi è sempre problematico fare gli umani, se c'è qualcosa di sbagliato nella loro animazione o se è troppo realistica può diventare fastidioso, bisogna trovare una via di mezzo.
Il 2D è arrivato al capolinea?
Michelle Murdocca: Non credo, penso anzi che troveremo sempre nuovi modi per integrarlo nel 3D. Ancora non abbiamo usato la Motion Capture ad esempio. Bisogna tenere a mente che abbiamo un pubblico molto sofisticato e le tecnologie sono in costante evoluzione, forse troveremo una tecnica che ora non siamo nemmeno in grado di immaginare.
Non credete che il mercato dei film d'animazione sia saturo?
Michelle Murdocca: Non crediamo ci sia competizione con la Pixar e la Dreamworks, ma pensiamo che sia piuttosto uno stimolo reciproco. I film d'animazione rispetto ai film tradizionali sono ancora molto pochi, quindi stiamo recuperando terreno. L'unico problema è che i film d'animazione hanno tempi di lavorazione molto lunghi, almeno tre anni, quindi se quando esce il tuo film sfortunatamente viene fuori qualcosa di simile, non puoi far altro che incrociare le dita e sperare che la tua campagna pubblicitaria faccia dimenticare tutto il resto.
Qual'è il rapporto tra mondo umano e mondo animale in Boog e Elliot?
Anthony Stacchi: L'idea era di capire cosa fanno gli animali quando noi non li guardiamo per questo abbiamo messo il cane, Mr. Weenie. Che faranno quando noi andiamo al lavoro, accenderanno la TV, apriranno il frigorifero e mangeranno qualcosa? Boog poi ha un ottimo rapporto con gli umani che lo hanno cresciuto, mentre gli animali selvaggi hanno conosciuto solo i cacciatori. Sono diverse gradazioni delle percezione che gli animali hanno di noi.
Perché ve la prendete tanto con i conigli?
Anthony Stacchi: (ride) C'era una scena in cui Elliot lanciava delle noci alla finestra di Boog per attirare la sua attenzione. Ma era noiosa. Allora David Feiss ha avuto un'idea. Ora dovete sapere che Feiss è autore di una serie animata molto particolare, "Mucca e Pollo", che ha un umorismo paradossale, e quindi ha avuto l'idea che Elliot lanciasse un coniglio. Da quel momento gli sceneggiatori hanno fatto a gara a maltrattare i conigli.
Michelle Murdocca: Nessun animale è stato ferito durante le riprese però!
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