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Il diario quotidiano dei nostri inviati con il resoconto di quanto accade al Festival, cinema ma non solo...
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12.02.2006 - Diario del giorno
Questa mattina si apre con "Grbavica" di Jasmila Zbanic, un racconto amaro sulle conseguenze psicologiche e familiari della guerra civile che ha colpito i paesi della ex Jugoslavia negli anni '90. Molto atteso ed apprezzato dalla stampa tedesca, ma anche da noi di FilmUP.com "Knallhart (Tough enough)" di Detlev Buck, viaggio di formazione al crimine per un giovane proiettato in una realtà ostile e violenta.
Ma l'evento del giorno è stato sicuramente "A Prairie Home Companion" di Robert Altman, che non mancherà di deliziare gli amanti del grande regista d'oltre oceano.
Il pomeriggio ha visto come protagonista il primo vero colossal cinese, "Wu ji, The promise" di Chen Kaige, che però nonostante gli astronomici 35 milioni di dollari di budget non coinvolge con le sue atmosfere pacchiane ed una trama inutilmente involuta che lascia molto a desiderare. E onestamente se non fosse stato per Altman oggi sarebbe stata una giornata piuttosto piatta.
In serata abbiamo visto "4:30", film realizzato a Singapore che si potrebbe definire come una "elegia della solitudine per immagini", ma si tratta di un film statico, con lunghe riprese di vita quotidiana, che non riesce a coinvolgere lo spettatore nella riflessione del regista Royston Tan sulla disperazione oggi a Singapore.
Di diverso tono, ma irrimediabilmente già visto "Camping Sauvage" dei registi francesi Christophe Ali e Nicolas Bonilauri che racconta la vicenda, fin troppo nota a noi italiani, di una ragazzina che si innamora di un uomo maturo e sposato sullo sfondo di un campeggio estivo. Con esiti ovviamente tragici, come vuole la tradizione.
di Mauro Corso
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