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Aide-toi et le ciel t'aidera
Da qualche anno il cinema francese è ritornato a regalare pellicole, in apparenza molto semplici, ma dal grande impegno e con tematiche importanti, basterebbe pensare ad esempi come "La classe" di Laurent Cantet, fresco vincitore della Palma a Cannes 2008 o a "Sotto i tetti di Parigi" di Hiner Saleem, presentato al Festival di Locarno 2007.
Dopo ottimi riscontri con C’est quoi la vie, La chambre des officiers e Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, il regista francese François Dupeyron torna a dirigere, e questa volta lo fa con una "commedia nera" godibilissima, ma non per questo priva di significati e spunti interessanti.
Punto di partenza, come peraltro era stato anche per il film di Saleem, è l’estate 2003, una delle più calde della storia, una delle più tragiche, e che tra gli anziani, fece migliaia di morti in Francia.
Nella cornice di una torrida periferia, si sviluppa la storia di Sonia (davvero brava l’attrice Félicité Wouassi) e dei suoi quattro figli: una sta per sposarsi, l’altra rimane incinta, uno è uno spacciatore col vizio di farsi arrestare, il più piccolo rimane inebetito dal computer.
Il giorno delle nozze, quando tutto sembra pronto, il marito di Sonia, muore per un attacco cardiaco.
Per non rovinare tutto, decide di seppellirlo, grazie all’aiuto dell’anziano vicino, nella cantina del palazzo.
Da questo momento il film comincia a delinearsi, andando a toccare bei momenti di comicità, come anche riflessioni più serie.
La pellicola infatti comincia a vivere sull’ambivalenza di molti aspetti, prima bene e male, poi vita – morte, onesta – disonesta, ma riesce sempre a tenere l’attenzione ferma su ogni singolo personaggio, senza mai stancarci, senza mai cedere alla mediocrità di narrazione.
L’occhio di Dupeyron indaga sulle individualità, sui sentimenti, sulle passioni, sembra far improvvisare i suoi attori, e forse lo fa, ci parla della condizione degli anziani, di solitudini e di passioni talvolta mai sopite.
Racconta di valori universali come la famiglia, del rapporto madre – figli, di amicizia, d’amore, e lo fa con la sensibilità di chi, lo strumento cinema, lo conosce bene.
Quello che stupisce non è solo la presenza di un cast (peraltro molti giovani talenti presenti) molto affiatato, quanto la storia in se stessa, un racconto pulito, che sa emozionare e commuovere, ma sempre col sorriso sulle labbra.
Certe volte, quando lo schermo riesce a donarci qualcosa di così bello, è difficile non esserne travolti.
La frase: "Per ogni problema c’è sempre una soluzione".
Andrea Giordano
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