1942 (Back to 1942)
Fame, guerra e la conseguente lotta per la sopravvivenza in cui si perde l'umanità. "1942" indica l'anno della catastrofe della regione cinese di Henan, dove la carestia dovuta a siccità e il fronte di combattimento contro le armate giapponesi provocarono prima un assalto alle dispense dei proprietari terrieri e poi un tragico esodo di 10 milioni di persone, di cui - in oltre cento giorni di marcia - ne morirono quasi un terzo.
Dal romanzo "Remembering 1942" di Liu Zhenyun, produzione imponente con spettacolari scene di massa, il film di Feng Xiaogang è la cronaca della discesa in un abisso di disperazione folle e morte, un atto d'accusa che, dall'alto verso il basso, non salva nessuno.
A cominciare soprattutto dalla madrepatria, con la decisione di abbandonare abitanti e un pezzo di nazione al nemico, i soldati che requisiscono beni alla gente in fuga, il controllo dell'informazione sulla carta stampata, i burocrati che si preoccupano di organizzare una parata festosa in una città appena bombardata, le ipocrite esecuzioni pubbliche dei corrotti, le pillole proposte dai medici per resistere al digiuno, le deportazioni sui treni - senza bagagli - per arrivare a città sbarrate dall'esercito, le autorità che litigano sulle priorità degli interventi, la compra-vendita tra istituzioni, imprenditori e sfollati delle figlie femmine, costrette anche a prostituirsi. E ce n'è anche per l'esercito Giapponese, che bombarda le colonne miste civili-militari e poi dona alimenti per avere la popolazione dalla propria parte. Tra la folla, invece, si uccide per un pezzo di carne d'asino, arrivano addirittura notizie di atti di cannibalismo, i cadaveri di chi non ce la fa vengono abbandonati per strada e divorati da branchi di cani randagi, mentre d'altro verso – in esemplari sequenze altrettanto d'impatto - un uomo rifiuta di svendere ricordi e dignità davanti a un po' di cibo, le persone rimaste sole decidono di sposarsi all'istante, come se la vita si riducesse al momento presente, e un ricco, dopo aver perso cari e beni, con generosità prende con sè una piccola orfana.
La frase:
"... papà, vendimi!".
a cura di Federico Raponi
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