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Diciotto anni dopo
Edoardo Leo, noto soprattutto al pubblico delle fiction televisive, è Mirko, romano balbuziente sposato con Mirella, con le fattezze della mai disprezzabile Sabrina "Baciami ancora" Impacciatore, e che lavora con il padre Marcello in una malandata officina.
Marco Bonini, invece, distintosi negli ultimi anni anche come produttore indipendente di "AD Project" (2006) di Eros Puglielli e "Billo il grand dakhaar" (2007), è il fratello Genziano, broker finanziario che vive a Londra insieme al nonno.
I due non si vedono dai tempi in cui la madre perdette tragicamente la vita in un incidente stradale, ma diciotto anni dopo, in seguito alla morte di Marcello, si trovano costretti ad intraprendere insieme un viaggio verso un paesino della Calabria, dove, rispettando quanto chiesto dal defunto nel testamento, dovranno portare le sue ceneri per porle sulla tomba della donna.
Ed è lo stesso Leo, già regista di "Ne parliamo a cena" (2008), concepito per il piccolo schermo, a porsi dietro la macchina da presa di questo road movie a bordo di una vecchia spider restaurata che, costruito sulla tutt’altro che disprezzabile sceneggiatura firmata dai due protagonisti insieme a Lucilla "Il più bel giorno della mia vita" Schiaffino, vede nel cast anche il veterano Gabriele Ferzetti.
Un road movie che, tra un’apparizione della Carlotta Natoli del serial tv "Tutti pazzi per amore" e l’incontro con la scapestrata autostoppista Cate, interpretata dalla Eugenia Costantini vista in "Feisbum-Il film" (2009), offre non poche occasioni per sprofondare in sane risate; grazie soprattutto alla progressiva entrata in scena di grotteschi personaggi di contorno, tra i quali un albergatore cui concede anima e corpo il Max Mazzotta di "Arrivederci amore, ciao" (2006).
Tutte figure incarnate da attori decisamente in parte, mentre la bella regia, che fa anche ricorso all’intramontabile "Lontano dagli occhi" di Sergio Endrigo quando necessario, provvede a fornirci un coinvolgente prodotto riguardante il rapporto di amore e odio tra due fratelli volto sì a divertire, ma anche a regalare qualche momento di poesia.
Fino ad un’inaspettata sorpresa finale.
La frase: " - Quando la vita divide, solo la morte può riunire; sai chi l’ha detto - Ehm, no - Nemmeno io, speriamo che aveva ragione".
Francesco Lomuscio
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