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Wal-Mart: The High Cost Of Low Price
Secondo un principio basilare dell'economia "non esistono pasti gratis". Questo vuol dire che il costo di quello che possiamo avere per un prezzo ridotto, o equivalente a zero, in realtà ricade sulle spalle di qualcun'altro o sulle nostre per via indiretta. ad esempio con la pubblicità. Wal-mart è forse la catena di distribuzione più grande al mondo, per numero di punti vendita, produzione, personale impiegato. Per queste ed altre ragioni è in grado di offrire i propri prodotti a prezzi molto contenuti. Ma qual'è il costo sociale?
Questo è quanto si chiede il regista Robert Greenwald, con un documentario su questo "mostro commerciale", illustrando quale sia l'impatto di Wal-Mart sui singoli supermercati nelle comunità in cui sorgono e sull'economia statunitense in generale. Il punto più evidente è che l'apertura di centri di questo tipo costringe vendite al dettaglio presenti sul territorio da anni. Di rilevante importanza sono inoltre le politiche aziendali nei confronti dei dipendenti. Secondo quanto riporta Greenwald, anche se la Wal-Mart cerca di costruirsi un volto amichevole ed umano, offre salari molto bassi ad un personale sottodimensionato, e quindi costretto a turni massacranti sotto la costante minaccia del licenziamento. La sindacalizzazione viene scoraggiata con mezzi leciti e meno leciti. Sono illustrati casi di discriminazione su base etnica o sessuale. Wal-Mart non offre assicurazione medica, previdenza sociale o asili nido, e questa mancanza si traduce in un'ulteriore costo sociale che ricade sul governo federale, e quindi sui cittadini. In paesi come la Cina e l'India la situazione è ancora più grave. Poi il discorso viene ampliato ulteriormente, comprendendo considerazioni di natura ambientale e di sicurezza. Infatti secondo quanto riporta il documentario un gran numero di delitti contro la persona viene commesso nei parcheggi dei supermercati, nonostante questi siano costantemente monitorati da telecamere di sorveglianza. Ma come dichiara un rappresentante della Wal-Mart "Quello che ci preoccupa è la sicurezza delle nostre proprietà, non dei nostri clienti".
Come documentario è piuttosto classico nell'impostazione. Greenwald propone testimonianze di ex dipendenti e di impiegati che naturalmente mantengono l'anonimato per conservare il proprio posto. A queste vengono alternate dichiarazioni del presidente Lee Scott e spot della Wal-Mart, con effetto tristemente umoristico. Sono inoltre riportate molte statistiche le cui fonti, tra cui WalmartWatch, sono citate nei titoli di coda.
Ma Greenwald offre anche un squarcio di speranza. Sono in aumento non solo le cause dello Stato contro la Wal-Mart, ma anche i movimenti di cittadini che riescono con grande impegno ad impedire l'apertura di nuovi centri di distribuzione nei loro quartieri, come dei piccoli Davide che battono Golia con i sassolini della democrazia diretta. Proprio grazie a quella bandiera dietro alla quale le corporazioni cercano di nascondersi. E come sottolinea l'inno "alternativo" alla Star Spangled Banner di Woody Guthrie, riproposto nel film di Greenwald in una splendida versione dal vivo di Bruce Springsteen, che viene ringraziato dal regista in maniera particolare nei titoli di coda.
La frase: (Dipendente cinese di Wal-Mart) "Onorevole cliente, lo sai perché il giocattolo che hai comprato costa così poco?"
Mauro Corso
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