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Wallace & Gromit - La maledizione del coniglio mannaro
Periodo florido, questo, per il cinema d'animazione in stop motion. Dopo le meraviglie gotiche di "La sposa cadavere", vero e proprio capolavoro targato Tim Burton, ecco arrivare sui nostri schermi un altro lungometraggio che, di certo, non deluderà il vasto ed eterogeneo pubblico di appassionati. "Wallace & Gromit-La maledizione del coniglio mannaro" è il secondo e divertentissimo prodotto, figlio della collaborazione tra la Dreamworks e la Aardman Animations che già qualche anno fa avevano ottenuto un sensazionale successo con "Galline in Fuga". Questa volta, l'attenzione di Peter Lord e David Sproxton (fondatori dell'inglese Aardman) è caduta su due simpatici personaggi di plastilina che, oltre 16 anni fa, nacquero dalla fertile immaginazione dell'animatore Nick Park: Wallace, l'eccentrico inventore divoratore di formaggio e Gromit, il suo silenzioso amico cane. La storia vede Wallace e Gromit impegnati con il loro equipaggiamento "Anti Pesto" (una macchina geniale che aspira i conigli) a difendere i giardini del loro quartiere dai golosi roditori; la fiera dell'Ortaggio Gigante si avvicina e tutti sono in fibrillazione. La situazione sembra essere sotto controllo fino al momento in cui, una misteriosa bestia devastatrice di ortaggi comincia a spargere il terrore nel vicinato, mangiando tutte le pregiatissime verdure: toccherà a Wallace e Gromit risolvere la situazione. Forte di una originalità estetica e di una freschezza di sceneggiatura paragonabili solo al "mondo Pixar", il film diretto da Steve Box diverte e sorprende praticamente ad ogni sequenza, emozionando lo spettatore di ogni età (se qualcuno vi dice di non aver riso a crepapelle guardando le facce dei coniglietti…è un bugiardo!) con guizzi pirotecnici e citazioni per palati fini. Infatti, l'intero universo iconografico e narrativo di "La maledizione del coniglio mannaro" può essere letto come un affettuoso omaggio al cinema dell'orrore degli ultimi cinquant'anni: dai classici Universal fino a "Un lupo mannaro americano a Londra", citato direttamente nella sequenza della trasformazione.
La frase: "Lady Tottington…ma questo è un vero paradiso vegetale!".
Paolo Zelati
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