Vipera
In un non definito paese della Sicilia negli anni della fine della Seconda Guerra Mondiale ha inizio la storia diretta da Sergio Citti e scritta in collaborazione con Vincenzo Cerami.
Un maniscalco abbandonato dalla moglie, che chiama "Vipera", vive poveramente con la sua figlia dodicenne Rosetta. La fine della guerra non migliora la loro situazione: il padre continua a bere smodatamente insultando ogni sera il ritratto della moglie fedifraga, mentre la bimba, violentata da un ex gerarca fascista, resta incinta. Dopo aver perso il padre, morto in maniera misteriosa, Rosetta si vede strappare il bambino alla nascita e, lei stessa affidata ad un Istituto dove passerà alcuni anni. Ne esce oramai adulta ma ancora decisa a ritrovare il proprio figlio.
Durante le sue peregrinazioni incontrerà la madre con la quale per un attimo spera di poter finalmente vivere un rapporto sereno, ma che lascerà definitivamente per proseguire nella ricerca del bambino.

Un cinema ancora legato agli schemi e i contenuti neorealistici quello di Citti, in cui l'impronta pasoliniana è ancora molto presente sia nelle immagini che si vogliono tragiche o di disperazione, sia nei momenti più leggeri in alcuni casi francamente divertenti. La scelta degli attori è senza dubbio perfetta nel caso dei due protagonisti maschili, Harvey Keitel nei panni del padre di Rosetta e Giancarlo Giannini in quelli dell'ex-gerarca. Straordinario il momento in cui Giannini compare abbigliato d'una vivida camicia rossa sul terrazzo della propria casa, urlando la sua gioia per la liberazione e la fine del fascismo e convincendo i suoi concittadini ad aver aderito ai principi fascisti solamente per salvarli.
Molto convincente anche l'interprete di Rosetta giovane, Larissa Volpentesta, nei cui occhi blu traspare il dramma della violenza subita e la tenerezza e l'amore nei confronti delle debolezze del padre, ancora disperatamente innamorato della donna che lo ha lasciato.
Purtroppo il confronto tra Rosetta adulta, Annalisa Schettino, e la madre, Vipera, Elide Melli, non è così drammatico come dovrebbe. La tragedia di Vipera alla quale viene portato via dall'ex marito il figlioletto Luca, conducendola alla follia e a gridare nuda sul selciato e sotto la pioggia "Voglio partorire il mondo...", sono immagini troppo legate ad un passato cinematografico seppur fondamentale, inesorabilmente lontano.
Il film presentato al Festival di Sorrento lo scorso anno, ha vinto il Gran Trofeo Golfo di Salerno Ignazio Rossi, oltre ai premi ad Harvey Keitel e alla giovane esordiente Larissa Volpentesta.

Valeria Chiari

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