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Il cammino per Santiago











Prima ancora dei titoli di testa, abbiamo il Martin Sheen di "Apocalypse now" (1979) nei panni di un oculista americano che viene improvvisamente a sapere della morte del figlio, con il quale aveva da tempo rotto i rapporti, avvenuta mentre percorreva i primi chilometri del Cammino di Santiago.
E, qui alla sua quinta regia cinematografica, è proprio Emilio Estevez, vero figlio di Sheen, a ricoprire in brevi apparizioni il ruolo del defunto, mentre il padre decide di continuare il suo percorso portandone con se le ceneri, nel tentativo di recuperare il loro legame e di affrontare il dolore.
Quindi, dedicata a Francisco Estevez, scomparso nonno dell’attore-regista, e prodotta dalla Filmax di Julio Fernández, alla quale si deve buona parte del fantastico e dell’horror iberico d’inizio terzo millennio, una storia on the road sulla scia di "Into the wild - Nelle terre selvagge" (2007) di Sean Penn, infarcita, però, con la tematica dell’elaborazione del lutto e volta a tirare progressivamente in ballo nuovi compagni di viaggio; dalla Deborah Kara Unger del cronenberghiano "Crash" (1996) al James Nesbitt di "Millions" (2004), passando per lo Yorick van Wageningen di "The new world-Il nuovo mondo" (2005).
Tutti alle prese con le loro storie di vizi e dipendenze, ma anche con un desiderio da realizzare lungo la strada; mentre a mancare, fortunatamente, non è una certa spruzzata d’ironia nei dialoghi e la colonna sonora sfoggia, tra l’altro, l’arcinota "Thank you" di Alanis Morisette.
Eppure l’insieme, penalizzato in parte da un’eccessiva lunghezza (siamo sulle due ore e dieci circa), non sembra riuscire a proporre originali situazioni ed elementi capaci di colpire in maniera veramente particolare lo spettatore.
Con la risultante di un’operazione sì guardabile e ben confezionata, ma piuttosto classica e che sembra puntare più sulla prova del cast che su una regia incisiva; lasciando oltretutto (intra)vedere un probabile intento di promozione turistica camuffata da dramma su celluloide.
Nonostante tutto, ha ottenuto una menzione speciale presso il Fiuggi Family Festival 2011, insieme a "The first grader" di Justin Chadwick.

La frase:
"Il vero pellegrino fa il cammino privo di tutto".

a cura di Francesco Lomuscio

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