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The Twilight Saga: Eclipse
Ambientata di notte, sotto la pioggia, la sequenza d’apertura di questo terzo "Twilight" – tratto come i primi due dai popolarissimi romanzi di Stephenie Meyer – ci spinge subito a pensare che la regia di David Slade, autore nel 2007 di "30 giorni di buio" e succeduto a Catherine Hardwicke e Chris Weitz, possa aver accentuato l’impronta horror all’interno della saga riguardante i vampiri più amati dagli adolescenti d’inizio XXI secolo.
Come pure l’immagine dei pericolosi succhiasangue NeoNati che emergono dalle acque, la quale, almeno nella mente del seguace irriducibile del genere, richiama non solo una mitica inquadratura del romeriano "La terra dei morti viventi", ma addirittura il poco conosciuto "Zombie lake" firmato nel lontano 1981 dal francese Jean Rollin.
Invece, al di là del fatto che la trama tira questa volta in ballo una serie di misteriosi omicidi a Seattle, Bryce Dallas Howard nei panni della vendicativa Victoria e i già citati, malvagi nuovi arrivati contro cui si trovano a dover combattere uniti i Cullen e il Branco di Lupi, i risultati non si distaccano molto da quelli decisamente grotteschi del precedente "New moon".
Infatti, con immancabili prati fioriti che sembrano usciti dagli spot pubblicitari sulle camomille, abbiamo ancora il palestratissimo Jacob Black alias Taylor Lautner impegnato per la gioia delle spettatrici (e anche degli spettatori meno maschi) ad andarsene in giro a busto nudo insieme ai suoi simili; mentre Bella Swan e il pallido Edward Cullen, interpretati dai soliti Kristen Stewart e Robert Pattinson, provvedono ad ammorbarci con la consueta infinità di tormentati dialoghi che non sfigurerebbero affatto sfruttati nelle canzoni di Valerio Scanu.
E, oltre a flashback volti a far luce su importanti eventi legati al passato dei protagonisti, in questa terza occasione non manca neppure qualche momento d’azione con scontri corpo a corpo, destinati però a rappresentare solo brevissime parentesi all’interno delle interminabili due ore di noia.
Ore di noia che, senza dimenticare i giganteschi lupi proto-pelouche realizzati in digitale, finiranno come sempre per essere apprezzate solo dai fan incalliti di questi moderni eredi di Dracula immersi in salsa "Harmony". Ma ci piacerebbe proprio conoscere i motivi di tanto successo e, soprattutto, perché le donne lupo, quando sono in forma umana, se ne vanno in giro a busto coperto. Non soffrono anche loro il calor corporeo come i corrispettivi maschi?
La frase: "Non c’è niente che potrei desiderare più di Edward".
Francesco Lomuscio
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