Posh
Il Sam Claflin di “Hunger games: La ragazza di fuoco” (2013), il Max Irons di “Cappuccetto rosso sangue” (2011) e il Douglas Booth di “Noah” (2014) sono tre dei dieci studenti dell’università di Oxford che, ammessi nello storico ed esclusivo Riot Club fondato nel 1776, aspirano soltanto a diventare celebri, a lasciare un segno sulla scia delle figure leggendarie che ne hanno fatto parte.
Dieci studenti ricchi, arroganti, cinici e viziati che, facilmente dediti al sesso occasionale ed al consumo sfrenato di alcool, la scrittrice Laura Wade ha provveduto a trasferire da un suo spettacolo teatrale nella sceneggiatura su cui la cineasta danese Lone Scherfig – autrice di “An education” (2009) e “One day” (2011) – ha costruito il proprio lungometraggio cinematografico.
Lungometraggio al cui interno è stato aggiunto il personaggio della Lauren interpretata dalla Holliday Grainger di “Bel Ami – Storia di un seduttore” (2012), qui alle prese con la tutt’altro che apprezzabile combriccola di giovinastri, i quali vedono a rischio la propria reputazione nel corso di una poco tranquilla serata sbevazzante al tavolo di un ristorante.
Del resto, a teatro era soltanto quest’ultima situazione ad occupare l’intera opera, mentre, su celluloide, tra una “Wild boys” dei Duran Duran e “Horny” di Mousse T a popolare la ricca colonna sonora, abbiamo anche una prima parte volta ad introdurre i vari protagonisti.
E, man mano che la tensione sale, non manca neppure il coinvolgimento di una escort durante la lunga, movimentata cena che, continuamente in aria di tragedia imminente, mira in maniera evidente a lasciar emergere una denuncia su celluloide nei confronti dell’apparentemente pulita facciata perbene dei facoltosi individui destinati spesso a ricoprire, una volta terminati gli studi, ruoli di potere nella società.
Eppure, la banalità dell’operazione e la ridicolezza dei dialoghi, adatti al massimo alle meno mature lettrici delle peggiori riviste adolescenziali, permettono in maniera tranquilla di intuire il probabile intento di sfruttare l’insieme esclusivamente in qualità di vetrina da grande schermo in cui esporre l’ennesimo campionario di belli e dannati eccita-ragazze. Belli e dannati le cui lodevoli performance, comunque, rientrano nel ristrettissimo campionario di lati positivi del film.
La frase:
"Le persone come voi pensano di poter comprare qualsiasi cosa, vero?".
a cura di Francesco Lomuscio
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