Le colline hanno gli occhi 2
Pochi ne sono al corrente, ma in realtà un "Le colline hanno gli occhi 2" venne già diretto da Wes Craven a metà Anni Ottanta, proprio nello stesso periodo in cui si accingeva a confezionare l'ultraclassico "Nightmare-Dal profondo della notte".
Fortunatamente, però, questo nuovo episodio, secondo lungometraggio del Martin Weisz che esordì nel 2006 con il cannibalistico "Butterfly: A grimm love story", ignora completamente gli eventi narrati in quel pessimo sequel che, tra l'altro, si costituiva in buona parte di flashback riguardanti i momenti caldi del sopravvalutatissimo capostipite.
Infatti, lo script concepito dallo stesso Craven in coppia con il figlio Jonathan, prende le mosse direttamente dall'ottimo remake firmato dal talentuoso Alexandre Aja, esordendo con una shockante sequenza di parto, per poi tirare in ballo un'unità di soldati della Guardia Nazionale, la quale, fermatasi ad un avamposto in Messico per rifornire di materiale un gruppo di fisici nucleari, si trova a dover ricercare gli stessi, scomparsi, proprio sulle colline dove, due anni prima, la famiglia Carter venne assalita da una feroce tribù di mutanti cannibali.
Un'unica, tesa situazione, quindi, che, tra siccità e falsi spaventi, viene dilatata a circa 90 minuti di durata, con il solo fine di garantire l'ennesimo massacro su celluloide tranquillamente annoverabile all'interno di un curioso sottofilone che, a partire dall'inizio del nuovo millennio, ha provveduto a sfornare titoli horror d'ambientazione militare, da "The bunker" a "Deathwatch", passando per lo splendido "Dog soldiers".
E, mentre asce e picconi appaiono sempre pronti per scagliarsi sui corpi di poveri innocenti, la parte migliore dell'operazione giunge a secondo tempo inoltrato, quando la bella fotografia di Sam McCurdy ("The descent-Discesa nelle tenebre") s'incupisce per enfatizzare il buio rifugio delle spaventose creature, frutto dell'ottimo lavoro svolto dall'infallibile KNB EFX Group (vincitrice del Premio Oscar per "Le cronache di Narnia-Il leone, la strega e l'armadio"), cui viene concessa maggior fisicità.
Chiudendo un occhio su qualche trascurabile pecca di sceneggiatura, però, la sensazione principale è quella di trovarsi dinanzi ad un sequel che, seppur godibile e girato con mestiere, appare dettato esclusivamente dalle leggi del mercato, in quanto privo di quel clima di denuncia sociale che provvide non poco a conferire un fascino quasi autoriale al film di Aja, ma abbondantemente infarcito di atrocità e spargimenti di sangue volti a soddisfare anche il più esigente fan del blood'n'gore.
E va bene che in determinati casi è quest'ultimo l'aspetto veramente importante, ma, considerando che i protagonisti sono dei soldati, si sarebbe potuto giocare alla grande tra politica e metafore anti-guerriglia.

La frase: "Pensavano di averli eliminati, ma si sbagliavano"

Francesco Lomuscio

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