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Le quattro piume
Basato sul romanzo di A. E. W. Mason (già ispiratore di altre cinque versioni, di cui la prima del 1915 e l'ultima del 1939, senza calcolare quella televisiva del '77), il regista di "Elizabeth", veterano dell'industria cinematografica indiana (meglio conosciuta come Bollywood), torna dietro la macchina da presa. Rimesta ancora una volta nella storia inglese, riportando sullo schermo gli anni di maggiore fulgore della potenza politica e militare dell'impero della Regina Vittoria. L'avventura (cinematografica) del giovane Harry Feversham comincia nel 1884, dieci anni dopo l'inizio della corsa alla conquista dell'Africa da parte dell'Inghilterra, all'apice dell'imperialismo. Soldato ammirato da tutti perché il migliore del reggimento e per la sua fortuna in amore, Harry ha davanti a sé un futuro promettente nell'esercito. Ma proprio nel momento in cui il suo reggimento è inviato nel sud dell'Africa per combattere contro i ribelli sudanesi, che hanno attaccato la fortezza inglese di Khartoum, il giovane soldato viene assalito dal dubbio e dalla paura. Dalla vigilia della partenza delle truppe e dopo una lunga notte insonne Harry sceglie di dimettersi dall'esercito.
Ripudiato dal padre e con le piume della codardia inviategli da tre suoi amici e commilitoni e dall'amatissima fidanzata Ethne, si ritrova solo e sconvolto dal tormento. Sapendo del pesante attacco da parte dei guerrieri sudanesi guidati dal crudele Madhi, decide di partire per il Sudan e correre in aiuto dei suoi compagni. Rischierà la propria vita in nome dell'amore e dell'amicizia, reso più forte proprio dalla coscienza della propria paura.
Romanzo e storia d'altri tempi, avventure vecchio stampo troppo lontane per coinvolgere il pubblico di questo 21mo secolo. Coraggio e amicizia, amore e sentimento patrio, sembrano oggigiorno aver perso una buona parte della loro importanza se non addirittura del proprio significato. In tempi in cui si combattono le guerre con i computer ancor prima che con virus e Napalm, risulta difficile partecipare emotivamente alle battaglie pur cruente dei soldati della Royal Cumbrians di fine '800, che a piccoli passetti attraversano un deserto infido ed infinito in nome della Regina Vittoria. Il regista indiano con l'aiuto dello scenografo di "Starship Troopers" e de "La Mummia", Allan Cameron, e del coordinatore militare Henry Camilleri, tenta così di rendere moderna almeno la visione cinematografica della battaglia, riuscendo nel suo intento di spettacolarizzazione.
Si tratta pur sempre però del racconto di un brutale e ingiusto colonialismo inglese e pur non mancando di dipingerne la crudeltà e stupidità, Kapur ne sostiene con altrettanta fermezza il suo profondo eroismo. Si dilunga però un pò troppo sui 'passi' dei protagonisti attraverso il deserto che sceglie di filmare in ralenti; sui dubbi di Harry, che non sempre il suo interprete (Heath Ledger) riesce a far trasparire; e sulle certezze del suo amico Jack Durrance, che un più abile Wes Bentley è invece in grado di raccontare.
E così sebbene le avventure dei protagonisti siano davvero tragiche, il remake di Kapur finisce per essere un film lungo e tedioso.
Valeria Chiari
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