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The Calling
Kristie St. Clair è una donna felice e appagata: un marito bello e affascinante, una bella casa sull'isola di Man e Dylan, il figlio intelligente e affettuoso.
La sua vita è perfetta, ma tanta perfezione naturalmente non può durare a lungo senza che alla fine il diavolo non ci metta lo zampino. Ed è proprio Satana ad entrare in scena: il patto diabolico tra il marito di Kristie ed un'amica di vecchia data, si stringe in un terribile rito in cui il piccolo Dylan, affatto stupito, si trova coinvolto. La giovane Kristie inizia a nutrire sospetti sulla serie di delitti di cui rimangono vittima le persone a lei più care, lasciandola sola davanti ad un maligno che si fa sempre più tangibile.
In una successione di sacrifici umani e sinistri complotti piuttosto ovvi, la vita della povera Kristie si frantuma come cristallo nel realizzare che il suo bellissimo bambino altri non è che l'Anticristo.
Ripercorrendo la carriera del trentanovenne regista tedesco Richard Caesar, ci si imbatte in una piuttosto ampia esperienza in spot pubblicitari e in brevi film industriali; l'influenza di questo passato professionale è evidente sia nelle riprese, sia nel montaggio; ma l'inutile abuso della tecnologia serve solamente a sostituire la totale mancanza di una decente sceneggiatura che si limita a scopiazzare qua e là, disordinatamente, capolavori come "Rosemary's Baby" o "Il presagio". Il film di Caesar non ha una sua personale visione, e si rivela nient'altro che un minestrone scotto e poco saporito composto dai più banali modelli del genere senza nessuna di quelle qualità. Scontata ogni immagine, ogni battuta, per arrivare ad un finale, prevedibile ma confuso, che riesce a scontentare persino gli appassionati di B-movie televisivi.
Valeria Chiari
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