Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento
"Arrietty", il cui titolo originale è "Karigyrashi no Arrietty", è il nuovo capolavoro prodotto dallo Studio Ghibli, dopo due anni di distanza da "Ponyo sulla scogliera". Il lungometraggio è tratto dai racconti dell’autrice inglese Mary Norton, pubblicati intorno agli anni ’50. L’adattamento è opera del maestro Hayao Miyazaki, già Leone d’Oro alla Carriera, ma stavolta il cartone animato è diretto da un suo giovane allievo Hiromasa Yonebayashi, che si era già distinto come animatore in "La città incantata" e in "Ponyo sulla scogliera", in particolare nella scena in cui la piccola pesciolina-umana corre sulle onde vorticanti. Presentato al Festival Internazionale di Roma questo lungometraggio conferma la capacità "affabulatoria" dello studio d’animazione giapponese, che da anni incanta il suo pubblico coniugando poesia e magia, sentimenti e avventura. Con disegni fatti a mano dai colori pastello, con un’eleganza e una vivacità unica ha conquistato i botteghini giapponesi in poche settimane. In 90 minuti viene raccontata una storia magica, densa di emozioni che, come tutte le favole che si rispettino, ha dei temi morali importanti: l’amicizia, il valore della famiglia, la speranza, il coraggio e soprattutto la capacità di accettare l’altro anche se diverso. Sebbene la storia sia stata ambientata nel Giappone di oggi invece che in Inghilterra, essa resta comunque molto fedele al testo letterario originale. Protagonista di questa nuova e deliziosa avventura è la giovanissima quattordicenne Arrietty, appartenente alla razza dei "Rubacchiotti". Da sempre questi omini dalle dimensioni piccole, simili a puffi, folletti o lillipuziani, "prendono in prestito" le cose dagli umani, per esempio zollette di zucchero o fazzoletti, facendo sempre attenzione però a non farsi scoprire. Nel giorno del primo "recupero" di Arrietty al fianco del padre Guscio (ossia la sua prima avventura nella casa degli umani) arriva nella casa degli umani un ragazzo solitario e malato, prossimo a subire un complicato intervento al cuore, di nome Sho. Le cose si complicano quando durante l’escursione notturna Sho rivolge la parola ad Arrietty spaventandola a morte, tuttavia nonostante il divieto dei genitori di farsi vedere dagli uomini, la giovane si avvicina a Sho. Dopo diverse avventure vissute contando uno sull’altro, l’amicizia fra i due si consolida, sfociando però in un interessante e alquanto coraggioso finale. E’ una conclusione inattesa che conquista e colpisce il pubblico, senza però creare veramente un profondo senso di turbamento, ma confortandolo e sussurrandogli all’orecchio che presto una nuova avventura è alle porte. L’animazione grafica porta chiaramente il marchio dello studio Ghibli e il gusto di Miyazaki sia per quanto riguarda i paesaggi, che passano dal cupo e spaventoso ad una vivacità di colori quasi surreale, sia per le espressioni e caratterizzazioni degli stessi personaggi. La mano di Yonebayashi però risulta evidente non solo perché manca la forza profonda e travolgente tipica dei disegni del Maestro Hayao, ma soprattutto per alcuni particolari riguardanti l’animazione, l’esempio più chiaro è nel modo in cui sono rappresentate le lacrime. Mentre con Miyazaki c’è un pianto realistico come fossero piccole ed invisibili onde che scivolano successivamente lungo i volti dei personaggi, qui invece le lacrime assumono un aspetto più "fumettistico", più tondeggiante, infatti, sono forme sferiche alla base degli occhi che poi cadono come gocce per terra. Sono piccole differenze che caratterizzano questa delicata pellicola impreziosita dalle splendide musiche della francese Cécile Corbel.

La frase: "Arietty, ora sei parte di me. Non ti dimenticherò mai".

Federica Di Bartolo

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