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26 ottobre 2002 - Conferenza stampa
Woody Allen
Intervista al regista del film
"Hollywood Ending"
di Valerio Salvi
Il problema odierno è che siamo travolti da un'enorme quantità di produzioni "vuote", stupide, senza un'anima. A fronte di cento film prodotti ce ne saranno si e no cinque veramente belli, spesso Europei. Di fatto Hollywood ha tenuto fede al suo slogan: "l'industria del cinema", e proprio di questo si tratta. "Quando una sera decido di andare al cinema con amici" - racconta Allen - "spesso non sappiamo cosa andare a vedere e magari ripieghiamo su qualche piccolo cinema dove danno una pellicola che non viene nemmeno pubblicizzata. È stato il caso di sabato scorso, in cui ho visto "Parla con lei" di Almodovar. Un bellissimo film, ma che praticamente nessuno sapeva che era in programmazione. È questo il problema di noi cineasti, non solo dobbiamo cercare i soldi per finanziarie i nostri progetti, e vi assicuro che non è facile, ma dobbiamo poi trovare il pubblico che vada a vederli, e non è facile nemmeno questo. Hollywood getta centinaia di migliaia di dollari in grandi giocattoloni per le masse e poi costringe gli autori di "nicchia" risparmiare fino all'ultimo penny per realizzare il proprio film."
Per quanto riguarda il concerto, con la sua consueta ironia, ha voluto precisare che la sua band è composta da ottimi elementi, ma che l'unico motivo per cui la gente va a vedere lui suonare, è perché è famoso.
Nel film, il cui intento autobiografico è più che mai evidente, ha voluto omaggiare la Francia, paese in cui ha sempre ottenuto un grande consenso di pubblico, "I francesi amano essere presi un pò in giro da me" - ci rivela Allen - "ed io mi diverto ad essere preso in giro da loro, è un rapporto reciproco".
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