14 Settembre 2006 - Conferenza Stampa
"Uno su due"
Intervista al regista e al cast.
di Diego Altobelli
Certamente accolto con cordiale simpatia dalla stampa, il cast al completo del film "Uno su due" si è concesso ai giornalisti per un approfondito incontro sul film. Mattatore dell'occasione, nemmeno a dirlo, è stato il vulcanico Fabio Volo, sempre con la battuta pronta e sempre serenamente compiaciuto. Un personaggio che, a prescindere da polemiche, dimostra di possedere una sensibilità non comune e una modestia davvero elegante. Un'intervista caratterizzata quindi dalla simpatia, ma anche dalla serietà e l'impegno di presentare un lavoro, un film, in cui si è creduto tanto. Fiducia trasmessa a tutti i presenti.
Crede che abbia funzionato la commistione dramma-commedia?
Eugenio Cappuccio: Credo di sì, credo che però sia stata una cosa che sia venuta del tutto naturalmente… A parte alcune citazioni a Trouffout non mi sembra di poter definire questo film una vera commistione…
Come nasce la coppia Fabio Volo - Ninetto Davoli? Coppia che sembra funzionare tantissimo…
Eugenio Cappuccio: E' nato del tutto casualmente, nella mia testa… Diciamo una sorta di intuizione. Si sono conosciuti e il loro primo incontro è stato, strano a dirsi, difficile più per Fabio che per Ninetto…
Fabio Volo: sono rimasto affascinato dalla personalità di Davoli… Gli dissi una volta che lui è la mia parte giovane! Ha questa vitalità che è davvero pazzesca, vitalità che invece io sento andar via…
Ninetto Davoli: Fabio Volo è un ragazzo molto grintoso e mi è piaciuto molto lavorare con lui… io che ho un atteggiamento molto aggressivo… Infatti inizialmente era un po' shockato! In lui però c'è davvero del talento e credo che nel film siamo riusciti a compensarci l'un con l'altro.
Questa volta Fabio Volo ha scelto il film, perché? E' stato più facile per te recitare in un periodo che eri già, per motivi personali, in degenza in un ospedale?
Fabio Volo: Il soggetto mi piaceva molto… e volevo fare un film esattamente come questo. Credo che, quando ho finito di vedere il film, ho avuto la sensazione che era esattamente come lo immaginavo nella mia testa. Il vivere, forzatamente, in un ospedale mi ha certamente aiutato. Forse non tanto su di me, ma nel rendere più completa la sceneggiatura con certi dettagli come la cena, il numero… E' stata una cosa che ha aiutato si…
Una delle scene che più colpiscono è la sequenza del caffè non bevuto ma solo odorato… ce ne può parlare?
Eugenio Cappuccio: E' certamente una sequenza molto importante perché è il vero momento in cui i due personaggi si incontrano in un campo neutro. Il caffè ha una valenza simbolica certamente, comporta l'attesa, la chiacchierata, la pausa, una delicata terra di mezzo. Volevo che significasse ciò che i due personaggi dovevano realizzare. Una cosa così piccola, che in quel momento diventa importantissima…
Oltre per Trouffot questo film mi ha ricordato "Sette piani" di Dino Buzzati, c'è stata una qualche sorta di ispirazione per lei?
Eugenio Cappuccio: Beh, non così forte. In Buzzati certamente c'è una scrittura che è già in qualche modo cinematografica e certamente evidenzia un importanza nei particolari e negli oggetti notevole, cosa che esce anche da questo film in effetti, ma non mi sento di farlo rientrare nella fonti delle mie ispirazioni…
Le figure femminili che ruolo hanno realmente nel film? Sono molto importanti…
Anita Caprioli: Credo che interpreto un personaggio facilmente identificabile nell'immaginario di molte donne. Una ragazza che attende una svolta nella storia d'amore che vive. La malattia crea un nuovo punto di vista, crea una possibilità di svolta forzata, ma anche di profonda crisi. E' una prova.
Agostina Belli: Il regista si è presentato con un grandissimo mazzo di fiori… che dire, mi ha colpita. Poi abbiamo iniziato a collaborare, il mio ruolo i piaceva. Mi è piaciuto molto provare con Fabio più volte le parti… Sì, sono molto soddisfatta.
Tresy Taddei: Beh, io qui sono la più piccola e sono molto emozionata. Questo è il mio undicesimo film tra apparizioni e tutto il resto. Sono stata molto contenta lavorare con Eugenio e per me è stata un'esperienza davvero costruttiva.
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