30 Agosto 2008 - Conferenza stampa
"Un giorno perfetto"
Intervista al regista e al cast.
di Giuliana Steri

Per la presentazione di "Un giorno perfetto" sono sbarcati in laguna Ferzan Ozpetek - regista, Domenico Procacci - produttore, Sandro Petraglia - sceneggiatore, Melania Mazzucco - autrice del romanzo e il cast composto da: Valerio Mastrandrea, Isabella Ferrari, Stefania Sandrelli, Monica Guerritore, Nicole Grimaudo, Federico Costantini

Nella pellicola si parla di due Roma diverse, per luoghi e stili di vita, viste attraverso gli occhi di due diverse classi sociali. Signor Ozpetek, come ha reso questa diversità?
Ferzan Ozpetek: Il mio approccio alla pellicola è stato questo: mi è stata presentata la sceneggiatura, che ha attirato il mio interesse, ho poi letto il romanzo. Non ho rispettato i luoghi del libro, ho in realtà utilizzato quelli a me cari che per me meglio potevano ospitare la scena in questione.

Signor Ozpetek, in che modo ha gestito la violenza diffusa in tutto il film, presenza nuova nel suo cinema?
Ferzan Ozpetek: Il mio film è decisamente meno violento rispetto al romanzo, l'ho volutamente ammorbidito per aiutare lo spettatore a tollerarla meglio. Questa violenza fa parte dei personaggi ed è una caratteristica dell'uomo in generale. Per la scena nel canneto, per esempio, la violenza è emersa come evidente solo alla fine delle riprese. La scena si sarebbe dovuta svolgere in auto ma io odio le auto, quindi visto il posto dove si sarebbe dovuto girare ho deciso che la scena si sarebbe svolta all'interno del canneto. Le scene sono emerse 'naturalmente', cosi come i dettagli delle stesse sono stati aggiunti man mano che si provava. Per lo sputo di Mastrandrea nella scena, se ne è parlato durante le riprese. Valerio ha detto 'non se ne parla neanche', Isabella ha detto solo 'geniale'. Si è poi deciso per girare il fatto.
Isabella Ferrari: Io personalmente ho in genere pudore nel chiedere ad un altro attore perché ha deciso di interpretare cosi un personaggio, ma in questo caso rispondo… Sono stata ispirata dall'aver avuto vicino un attore geniale.
Valerio Mastrandrea: Ovviamente sono del tutto d'accordo con lei! Concordo comunque sul fatto che la violenza sia diffusa in tutto il film. Mi sono protetto da ciò durante le riprese altrimenti sarei impazzito. Sono stato guidato benissimo dal regista, e mio compito durante le riprese è stato quello di cercare di far ridere Isabella. Il film è talmente serio, non ci si poteva prendere troppo sul serio!

Nei film di Ozpetek sono sempre presenti sentimenti piccoli ma forti, in questa nuova pellicola invece al centro è presente la tragedia come iperbole del sentimento. Come mai questa differenza?
Ferzan Ozpetek: Mi è stata inizialmente presentata la sceneggiatura da Procacci, che ho letto con leggerezza, ma piano piano mi ha conquistato. Ho deciso poi di leggere il libro, e mi sono accorto che nella mia libreria era presente ben due volte. L'ho letto e mi sono lasciato andare a quello che mi trasmetteva. La scelta degli attori è emersa durante la lettura, man mano che leggevo capivo meglio ciò che cercavo. Avevo pensato a degli altri attori per impersonare Antonio, ma sono arrivato a Valerio Mastrandrea perché perfetto per il ruolo.

Un giorno perfetto è un film sull'universo femminile in tutte le sue età. Momento fondamentale è la scena finale, della Ferrari, è il cuore del film. Come è arrivato a tale scena, signor Ozpetek?
Ferzan Ozpetek: Nel film ci sono due o tre momenti che amo, e quello è proprio uno di questi, mi sono affidato ai primi piani e agli sguardi. Molte battute di Monica Guerritore sono state tolte e abbiamo tenuto solo gli sguardi, che parlano meglio, soprattutto nelle scene con Isabella. Sono quel tipo di scene che ti rendono vivo, che quando torni a casa ti lasciano appagato dentro.

S.ra Mazzucco, cosa pensa del film tratto dal suo libro?
Melania Mazzucco: Non avrei mai voluto leggere una sceneggiatura tratta dal mio romanzo perché già il libro è un film, ma trovo interessante il rovesciamento di generi fatto dallo sceneggiatore. Nel film ci sono più donne che nel romanzo.

Signor Ozpetek, in tutti i suoi film c'è un filo rosso che li unisce, che è il suo mondo… C'è anche qui?
Ferzan Ozpetek: Si, il mio mondo c'è sempre. Rispetto al libro ho tolto il personaggio gay, troppo prevedibile nei miei film, e ho messo una donna al suo posto. Il rapporto di una donna con una sua simile era più interessante.
Il film ha possibilità di diffusione all'estero?
Domenico Procacci: E' difficile da prevedere… Però all'estero si cominciano a conoscere anche i nuovi autori italiani, e non solo i grandi del passato. Per esempio, il film GOMORRA, che ho prodotto, ha ottenuto un successo insperato.

La genesi del film italiano d'autore si stà ribaltando. Si è sempre parlato di film d'autore come di quello scritto e curato dal suo regista, ultimamente si parte dal romanzo e da li si sviluppa la sceneggiatura.
Domenico Procacci: Esatto, confermo questa diversa genesi, ma non per questi si possono definire tali film meno d'autore…

La figura della Finocchiaro, la donna sul ponte… Chi è? E' presente anche nel romanzo?
Ferzan Ozpetek: Nel romanzo non c'è, è stata inserita per meglio definire il finale del film mentre nel libro si rimane in 'sospeso'. Nel libro non si sa se uno dei personaggi si salva o no, la Finocchiaro risolve questo enigma per lo spettatore. Ma non svelo il finale del film!

In conclusione, un commento sul film da parte degli altri membri del cast presenti alla conferenza.
Stefania Sandrelli: Ho capito subito che si trattava di un film 'importante'. La madre di Emma è come lei sarà in futuro, e io l'ho interpretata in quest'ottica. Bellissima esperienza anche se è durata una sola settimana, mi sono innamorata di Ozpetek e …. Ferzan, chiamami almeno un'altra volta!
Monica Guerritore: Tante battute del mio personaggio con Emma sono state tolte, con lei parlo con lo sguardo. Quando parliamo di Valentina, la figlia, parlo di deserti e di ghiaccio ed intendo in realtà parlare del disagio che Valentina sta vivendo. Con me e lei vengono unite due solitudini. Il mio personaggio rimane anonimo fino alla fine, solo allora si conosce il suo nome… E' come lo sguardo del regista all'interno della scena.
Nicole Grimaudo: Per me è stato emozionante rappresentare un personaggio cosi diverso da me. Mi ha fatto riflettere che Maja non si accontenti di una parvenza di perfezione per la sua vita e che cerchi di cambiare le cose. Anche se poi, umanamente, le manca il coraggio per farlo.
Isabella Ferrari: Avevo letto in passato il libro ed avevo pensato che sarebbe stato un bel film ed Emma un bel personaggio per me. Per la prima volta mi sono proposta per un ruolo, con un sms ad Ozpetek che diceva 'Emma è un ibrido… Tu farai un grande film, io mi candido per fare Emma'. Non ho avuto risposta per un po'. Ma poi una telefonata del regista mi ha comunicato che il ruolo sarebbe stato mio, mi ha detto solo di non fare troppe domande e di mettere il mio fisico nel ruolo, per l'emotività ci avrebbe pensato lui. Non sempre la mia Emma coincide con la sua, ma molto del mio personaggio è suggerito dal regista.
Federico Costantini: Ho affrontato il film come fosse un esame. Dopo i primi 5 minuti sul set ho pensato di non sapere nulla in realtà di cinema, è stato sconvolgente. Ma Ozpetek è geniale.
Valerio Mastrandrea: Ho fatto il film perché nessun altro ha accettato, se l'è sentita… Seriamente, solo due cose. Primo, se avessi avuto dei figli non avrei accettato il ruolo. Poi, nel film Ozpetek ha cercato di non giudicare o condannare il mio personaggio, io invece l'ho dovuto fare per poterlo interpretare. A fine film mi sono accorto che noi, nel film, non parliamo di 'Antonio' ma dell'intera razza umana.

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