22 Gennaio 2007 - Conferenza stampa
"Un amore su misura"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio


Diretto ed interpretato da Renato Pozzetto, arriva nelle sale cinematografiche Un amore su misura, tratto dal romanzo "Yono-Cho" di Vittorino Andreoli, il quale, affiancato dall'attore-regista e dal resto del cast, ha incontrato a Roma la stampa.

Vittorino Andreoli: Ho scritto "Yono-Cho" a causa dell'insoddisfazione delle coppie, perché ogni relazione, dopo un primo periodo di malattia d'amore, viene caratterizzata dall'insoddisfazione. Poi, un giorno ho ricevuto una telefonata e mi hanno detto che volevano farne un film.

Come mai, dopo tanti anni di assenza, questo ritorno al cinema?
Renato Pozzetto: Diciamo che qualche anno fa ho attraversato un periodo un po' critico, mentre si faceva strada la concorrenza di autori tra virgolette giovani che proponevano un tipo di cinema simile al mio; erano i tempi in cui interpretai pellicole che ebbero anche successo, come Le comiche, ma mi proposero altri ruoli di quel genere che mi facevano sentire un po' umiliato. Poi ho incontrato un regista di Cesenatico, Luciano Manuzzi, che mi ha parlato del libro di Vittorino, il quale mi affascinò immediatamente, tanto da decidere di farne un film per la regia dell'amico sceneggiatore e regista Josè Maria Sanchez. Purtroppo, però, Josè Maria, che aveva gravi problemi di salute, tempo dopo morì, ho quindi deciso di curare io la regia, ma, come se non bastasse, nel frattempo erano scaduti i finanziamenti, allora ho coinvolto i miei figli Francesca e Giacomo, che si sono occupati della produzione.

Il pubblico ricorda Renato Pozzetto per un cinema comico; non potrebbe rimanere spiazzato dinanzi ad un film profondamente triste come questo?
Renato Pozzetto: Io non sono andato a cercare cose strane, non mi sono montato la testa (ride), ho soltanto letto il libro di Vittorino perché mi ha incuriosito. Il film, tra l'altro, avrebbe dovuto intitolarsi "La donna perfetta", ma, come raccontato, la lavorazione si è dilungata e gli americani sono arrivati prima di noi.

Come sono state costruite le modifiche sentimentali?
Renato Pozzetto: La storia che noi abbiamo deciso di raccontare è tra un uomo ed una donna, ma poteva essere costruita tranquillamente, ad esempio, anche tra due uomini; è una vicenda che parte in maniera surreale, poi subentrano elementi legati all'amore come la gelosia, l'ansia, la paura di non dare troppo o quella di chiedere troppo.
Anna Galiena: Io credo che le difficoltà tra i sessi ci siano sempre state ed un tempo venivano risolte in maniera diversa; ciò che avviene oggi mi sembra più che altro uno dei modi per esprimere l'ansia di negare la morte. Si parla tanto di amore, ma in realtà è solo amore-consumo, un continuo "Ti prendo e ti uso".

Ci sono stati contrasti tra il Pozzetto attore ed il Pozzetto regista?
Renato Pozzetto: Avendo curato io stesso la sceneggiatura avevo tutto il film dentro di me, poi, però, quando faccio il regista, mi rendo conto di aver dato più importanza al collega che dirigo piuttosto che a me stesso.

Parliamo del cast.
Renato Pozzetto: Beh, Anna la conoscete, è bravissima, Camilla invece credo di averla scelta bene (ride). A parte la bellezza, presentava una certa maturità in più rispetto alle altre colleghe che si erano presentate ai provini, poi è stata molto brava.
Camilla Sjoberg: Questa è la mia prima esperienza come attrice, infatti sul set stavo un po' sulle mie, però è stato bellissimo lavorare con loro, sono molto contenta. Spero che questo film rappresenti per me una finestra sul mondo del cinema.
Fabrizio Kofler: Anche per me questo è il primo film ed è stato come un grande sogno, soprattutto perché ho scoperto il Pozzetto regista. Simpatico, poi, il modo in cui mi ha scoperto, perché mi ha visto in un programma della Rai intitolato "Amori", mentre faceva zapping.

Nella vostra vita, avete mai cercato la perfezione in qualcosa?
Renato Pozzetto: Nel film racconto che l'amore è quello che è, con le sue controindicazioni, perché anche nella ricerca di altri amori esso è presente. Io nella mia vita sono stato fortunato, ma non credo che la fortuna risieda esclusivamente nella coppia fissa.
Cochi Ponzoni: Io e Renato Scarpa siamo sicuramente la coppia più felice del film (ride).
Vittorino Andreoli: Se posso aggiungere, l'imperfezione è la vera forza del legame.
Renato Scarpa: Io vorrei citare una fondamentale frase che lessi quando ero giovane: "Volersi bene non vuol dire tanto guardarsi negli occhi, quanto guardare insieme in un punto".

Cochi Ponzoni ha mai pensato di liberarsi di Renato Pozzetto?
Cochi Ponzoni: Mai, perché abbiamo la fortuna di essere due esseri umani completamente diversi, quindi complementari.

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