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17 Ottobre 2009 - Conferenza
"Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo"
Intervista al regista e al cast.
di Federico Raponi
Al Festival del Cinema di Roma, c'erano il regista Terry Gilliam, l'attrice Lily Cole, i produttori Amy Gilliam e Samuel Hadida a presentare in conferenza stampa il film 'Parnassus - l'uomo che voleva ingannare il diavolo'.
Cosa si porta dietro dell'esperienza con Heath Ledger?
Terry Gilliam: Heath era una persona straordinaria come uomo, attore e amico. Pieno di vita, energia, umorismo ed un pizzico di cattiveria. Purtroppo abbiamo visto solo una parte di quello che avrebbe potuto darci. Era anche saggio, sembrava un vecchio. Sono convinto che avesse sangue aborigeno e 240 anni per via del suo spirito, del tutto unico, che ci ha costretto a portare a termine il film quando Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell sono arrivati. Loro erano molto legati a lui, Colin di sé stesso ha detto che stava facendo da tramite. Tutti e tre hanno riportato in scena alcuni suoi aspetti, l'amore che lo circondava e il rispetto che tutti gli portavamo. Sono veramente orgoglioso di aver lavorato con lui.
Samuel Hadida: sono rimasto colpito dalla sua generosità, in tutti ha lasciato questa impressione. Sul set mi ha ringraziato, perchè questo film era importante sia per lui che per Terry.
Qual'era quel "pizzico di cattiveria"?
Lily Cole: Amava giocare, scherzare. Anche in maniera terribile, ma comunque tra amici. Voleva sempre creare qualcosa di nuovo, e tirava fuori trucchi all'ultimo momento.
Terry Gilliam: Rideva, ci sorprendeva ogni momento. Non era mai fuori luogo, ma camaleontico e complesso. Cambiava accento a seconda dell'oggetto della seduzione, facilitando in questo il lavoro di Johnny, Jude e Colin.
Ledger stava lavorando per fare il regista. Qual'è stato il suo contributo?
Terry Gilliam: A partire dal minimo dettaglio fino al suo volto. Era deciso a diventare regista, aveva già cominciato con il mio lavoro sui Fratelli Grimm. Faceva dei bei video musicali, e volendo partecipare a questo film mi aveva chiesto di fare la parte di Tony. Cambiava battuta, per me era difficile tenere il passo con la sua energia. Dopo la sua scomparsa è stato come se mi avesse costretto a fare un film migliore.
Come avete affrontato il dramma?
Samuel Hadida: Tutti volevamo continuare. Terry e lo sceneggiatore Charles McKeown hanno lavorato per tre settimane alle variazioni e per coinvolgere un altro attore. Con l'ok di Johnny, Jude e Colin - che hanno destinato i loro compensi alla figlia di Heath - i finanziatori ci hanno concesso il modo e il tempo per andare avanti.
Amy Gilliam: il momento più importante è stata la telefonata che mi ha dato la notizia, lì ho pensato che il film non poteva continuare. Ma eravamo come una frande famiglia, e tutti hanno aiutato a trovare una soluzione. E' stato un lavoro di squadra, e con sole tre settimane a disposizione non c'è stato neanche il tempo di vedere il girato.
Terry Gilliam: E' stato un abuso invertito, con il bambino - dice riferendosi scherzosamente alla figlia - che dà un calcio nel sedere al padre.
Amy Gilliam: Mi sono vendicata dei tempi dell'infanzia.
La scelta di Depp, Law e Farrell è stata loro o sua?
Terry Gilliam: si sono offerti loro. Poi io ho voluto che Johhny fosse il primo, perchè se ce la faceva lui si sarebbe potuto continuare. Jude era già impegnato in un altro film che poi si è bloccato e Colin, essendo più dark e cattivo, e dovendo interpretare un personaggio che deve soffrire, l'ho scelto per il finale.
Come mai ha detto no a Tom Cruise per la sostituzione di Hedger?
Terry Gilliam: Siamo stati contattati dai suoi agenti, ma io volevo solo chi conosceva bene Heath.
Il finale era già pensato così prima della scomparsa di Ledger?
Terry Gilliam: Nel film sono sopraggiunte solo alcune altre idee, come quella del volto che si trasforma. Quel che accade a Tony però era già nella sceneggiatura, e in generale non è stato cambiato nulla.
Il fatto che sia una modella le ha dato qualcosa in più nella recitazione?
Lily Cole: Ci sono aspetti della mia esperienza che mi hanno aiutato, e vedo analogie tra la moda e il cinema, ma nulla nel film era paragonabile a questo.
Il film è un lavoro sull'immaginazione....
Terry Gilliam: In fondo, nel film, lo specchio sta a simboleggiare il cinema. Anche la radio, la musica rappresentano quel che fa l'Arte per permetterci di fuggire dal nostro mondo. Nella vita non sappiamo cosa accadrà, ed è l'effetto che volevo riprodurre. E' qualcosa che oggi non mi capita andando - poco - al cinema, vedo sempre le stesse cose. Leggo, soprattutto, perchè un libro mi dà un unico punto di vista. Il mio è stato un tentativo di sorprendere e dare gioia, come quando ero piccolo.
E' tutto frutto di un immaginario suo o si è ispirato ad altro?
Terry Gilliam: Ho guardato al lavoro di molti artisti, rubo a persone che per lo più sono morte e quindi non mi possono citare in giudizio.
Ha pensato a Shakespeare?
Terry Gilliam: Il 'Re Lear', 'la Tempesta' fanno parte del film, per questo era necessaria la presenza di Christopher Plummer.
Il concetto di scelta nel film è centrale...
Terry Gilliam: Oggi è diventata fondamentale, ci sono centinaia di tipi di cappuccino o carta igienica. E' tutta un'illusione, perchè in fondo quel che conta è solo soddisfare i bisogni. Quando hai un qualunque cappuccino o carta igienica che altro si può chiedere? La vita però è altro dalla semplicità che si crede, è complicata e pericolosa. E, se si sbaglia, ci sono delle conseguenze. Questo implica una maggiore responsabilità.
I riferimenti agli anni '60?
Terry Gilliam: Io sono un prodotto di quel periodo, quando il mondo si stava allargando, alcuni usavano la droga per provare un altro modo di pensare, si veniva a conoscenza di altri stili di vita, come quello indiano, di cui l'Occidente non sapeva nulla, si reimmaginava un mondo per la pace e i diritti e tutti andavano in direzioni diverse. Oggi invece le storie che vengono raccontate sono ripetitive. Nel film abbiamo fatto un "melange" di vecchie filosofie, inventando ad esempio una sorta di ebraismo tibetano.
E al Faust?
Terry Gilliam: Certo, Faust è sempre con noi, ovunque e comunque.
La post-produzione è stata complicata...
Terry Gilliam: Non avevamo più soldi, ci siamo rivolti ad amici pronti a lavorare anche per poco denaro. Abbiamo realizzato svariate inquadrature, e abbinato computer, "blue screen" e modelli reali.
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