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03 Settembre 2007 - Conferenza stampa
"The hunting party"
Intervista al cast.
di Giuliana Steri
Presenti i protagonisti Richard Gere, Terrence Howard, Diane Kruger, il regista Richard Shepard, il produttore M. Johnson e il produttore esecutivo R. Block.
Signor Gere, lei è stato uno dei primi divi ad Hollywood ad impegnarsi per una causa politica. Ora sono tanti i divi che fanno politica e quando sono sotto i riflettori parlano anche della situazione degli Stati Uniti. Crede che l'impegno sia diventato di moda ?
Richard Gere: Questo è il tipo di domande che mi fa diventare pazzo! I miei amici più cari nell'industria cinematografica sono tutti impegnati per una causa. L'importante è dare continuità alla propria consapevolezza, e ciò accade già da tanto tempo.
Signor Gere, perché ha accettato il ruolo e da cosa ha tratto ispirazione per interpretarlo?
Richard Gere: Il regista mi doveva dei soldi e mi ha offerto il ruolo….scherzo, no!
In realtà sono rimasto molto colpito dalla sceneggiatura. Ho sempre seguito la crisi in Bosnia, ero quindi consapevole della loro realtà, e la sceneggiatura ha mosso in me qualcosa. E' un'ottima sceneggiatura, combina perfettamente problemi sociali, humor nero e gusto dell'assurdo… Penso a THREE KINGS o a MASH, che in passato sono riusciti a fare ciò molto meglio e sono stati un punto di riferimento.
Signor Gere, ha chiesto il boicottaggio delle Olimpiadi a Pechino. Perché?
Richard Gere: Potrebbe chiederlo al resto del cast, non ci sono solo io nel film! Comunque, la notizia non è vera, non ho chiesto il boicottaggio ma solo una dichiarazione della verità, ossia che la Cina si dimostri aperta a discutere i suoi problemi, a parlare delle minoranze e della mancanza di diritti umani. Con la stampa presente in Cina per le Olimpiadi si dovrebbe affrontare anche tali problemi.
Che domande avrebbe fatto lei, signor Gere, al criminale di guerra?
Richard Gere: Nessuna in particolare. Mi chiedo come queste cose possano accadere. Mi guardo intorno e vedo che i cattivi sono tra di noi e spesse arrivano a diventare dei leader. Guardate cosa è accaduto negli Stati Uniti…Bush è stato eletto per ben due volte, mi chiedo come questo sia potuto accadere.
Come si è arrivati a questo finale del film?
Richard Shepard: Si è molto discusso con Richard su questo finale, e alla fine non siamo riusciti a raggiungere un accordo. Si dovrebbe catturare il criminale e fare giustizia, ma il popolo non ha più fiducia in chi dovrebbe farla, questa giustizia.
Cosa vi ha lasciato questa esperenzia in Croazia ?
Diane Kruger: Il mio nel film è solo un cameo. Anche se lavoro molti negli USA sono europea, ho seguito gli eventi della guerra in Croazia e sono consapevole dei problemi che ne sono seguiti. E' stato molto importante per me vedere personalmente tutto ciò.
Terrence Howard: Quando ero piccolo guardavo molto i telegiornali, leggevo i quotidiani ma non si parlava mai di questa guerra. Sono stato attratto dalla possibilità di apprendere, attraverso la sceneggiatura, questa parte di storia contemporanea. Interessante anche il ruolo del giornalista, i giornalisti sono gli storici del nostro tempo.
Signor Gere, è stato difficile parlare croato nel film?
Richard Gere: La troupe del luogo mi ha fatto i complimenti per la dizione ma io non sapevo assolutamente cosa stavo dicendo!
Come punirebbe lei, Signor Gere, il criminale?
Richard Gere: I concetti di punizione e vendetta non hanno assolutamente spazio nella mia mente, non portano da nessuna parte. Mi chiedo solo come tali criminali riescano a diventare leader di un Paese.
Gli attori hanno avuto lo spazio per poter sviluppare il proprio ruolo? Ci sono state difficoltà tra gli attori e il regista?
Terrence Howard: Il regista ha svolto un grande lavoro di ricerca per il film, abbiamo seguito la sua sceneggiatura.
Richard Shepard: Sarebbe una follia se un regista non seguisse i consigli degli attori per sviluppare la psicologia di un personaggio, è necessario che esprimano liberamente le loro impressioni sul ruolo.
Richard Gere: C'è stata immediatamente un'ottima alchimia tra noi tre protagonisti maschili anche perché ognuno era giusto per il proprio ruolo. E' come un cubo di Rubik, bisogna che si incastrino bene gli attori e le loro parti.
Negli ultimi tempi sembra che il cinema americano abbia riscoperto l'impegno. E' difficile girare un film così critico?
Block: E' possibile solo grazie al contributo delle star che vi prendono parte, che accettano ruoli cosi delicati e dei bassi compensi.
Johnson: In realtà non si tratta di un film politico ma di un film di persone e personaggi. Sono loro la vera forza che sostiene il film.
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