Blood diamond - Diamanti di sangue

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Blood diamond - Diamanti di sangue

I GIOIELLI PREZIOSI
"Non vi è motivo di credere che gli argomenti scottanti e le storie coinvolgenti debbano essere per forza esclusivi: infatti, ognuno può alimentare l'altro!."
"Secondo me, questo film riguarda tutto ciò che ha valore," afferma il regista/produttore Edward Zwick. "Per qualcuno può essere una pietra preziosa; per qualcun altro una storia raccontata su una rivista; per un altro ancora, un bambino. Il confronto tra un uomo ossessionato dal trovare un diamante di grande valore ed un altro uomo, che rischia la propria vita per ritrovare suo figlio, rappresenta il cuore pulsante di questo film."
"I due uomini intraprendono un viaggio, uno con l'intenzione di andarsene dal suo paese, l'altro con quella di riunire la sua famiglia," spiega Leonardo DiCaprio, che interpreta il ruolo di Danny Archer. "Ma ogni personaggio finisce con il doversi confrontare con le proprie decisioni morali."
Djimon Hounsou, che interpreta il ruolo di Solomon Vandy, sintetizza la storia in poche parole: "Archer è alla ricerca di un diamante, mentre il diamante di Solomon è suo figlio."
Il mondo vede i diamanti come oggetti scintillanti, belli e di alto valore. Simboli di amore e fedeltà, benessere e glamour. Ma nel paese africano della Sierra Leone, dove vengono estratti molti dei diamanti di tutto il mondo, queste pietre hanno una connotazione molto più oscura.
Come spiega Zwick, i "diamanti insanguinati" sono pietre che provengono di contrabbando dai paesi in guerra. Vengono utilizzati per pagare le armi, aumentando in questo modo il numero delle vittime e la distruzione del paese. Forse rappresentano solo una piccola percentuale delle vendite mondiale, ma, nonostante ciò, in un'industria che vale miliardi di dollari, anche una piccola percentuale può valere milioni e può permettere l'acquisto di innumerevoli armi "piccole". Alla fine degli anni '90, gli appartenenti ad organizzazioni non governative quali per esempio la Global Witness, la Partnership Africa-Canada ed Amnesty International hanno dato un nome a queste pietre preziose al fine di far conoscere al pubblico, sensibilizzandolo, questo grave argomento: "Li hanno chiamati 'diamanti insanguinati.'"
Zwick aveva solo una conoscenza superficiale del termine e del suo significato quando il produttore Paula Weinstein gli ha inviato per la prima volta il copione. "Avevo sentito questa definizione, ma non ne avevo capito appieno le sue implicazione" racconta. "Ma più approfondivo l'argomento e più ne rimanevo affascinato e spaventato, e più capivo che si trattava di una storia che doveva essere raccontata."


IL TESTIMONE OCULARE
"Sorious era un dono del cielo… Era un amico, un consulente, un'autorità. Era l'anima della produzione."
Autodefinendosi uno "studente a vita", Zwick, prima di girare il benché minimo fotogramma del film, si è immerso totalmente nell'apprendimento di tutto ciò che poteva riguardo alla storia ed alle ripercussioni legate ai diamanti insanguinati, ai bambini-soldati ed alla rivoluzione avvenuta in Sierra Leone. Ricercando su Internet ha stabilito un contatto con un altro cineasta che si è poi dimostrato di valore inestimabile per ogni sfaccettatura di "Blood Diamond": il documentarista, vincitore di numerosi premi, Sorious Samura.
Mi sono connesso ad Internet per cercare un documentario di cui avevo sentito parlare, intitolato 'Cry Freetown,'" racconta Zwick. "L'ho ordinato, pagando tramite carta di credito, ed una settimana dopo ho ricevuto una lettera in cui si diceva: 'Non abbiamo potuto fare a meno di riconoscere il suo nome dalla carta di credito e ci domandavamo se per caso avesse intenzione di realizzare qualcosa sulla Sierra Leone. In caso queste fossero le sue intenzioni, la prego di contattarmi.' Non potevo credere a quanto fossi stato fortunato. Il documentario di Sorious Samura' è l'unico documento autorevole riguardante gli avenimenti accaduti in questo paese durante la Guerra civile. Mentre molti giornalisti lasciavano il paese e la gran parte del mondo sceglieva di ignorare quello che stava accadendo, c'era qualcuno, invece, che intendeva rimanere e che riprendeva ciò che si stava verificando ."
Samura rivela che la sua decisione di riprendere in un film le atrocità che stavano accadendo intorno a lui nel 1999, più che una decisione artistica, era un "grido disperato di aiuto. Avevo visto le differenze tra i vari media nel riportare la Guerra del Kosovo, e quindi avevo deciso di prendere una cinepresa e di filmare in prima persona quello che stava accadendo in Sierra Leone. E' stato molto pericoloso -avevano già ucciso nove giornalisti locali - ma io ho pensato che se sopravvivevo, il mondo doveva vedere quello che stava succedendo; se potevo dare una scossa alla comunità internazionale, forse questa si sarebbe attivata e avrebbe fatto qualcosa."
Il risultato è stato "Cry Freetown," che ha portato a Samura un successo a livello mondiale e diversi premi prestigiosi, ma lui non poteva certo immaginare che, anni dopo, il documentario lo avrebbe portato anche sul set di un grande film. Come egli riferisce, "Quando ho saputo che Ed Zwick stava lavorando su un film riguardante la Sierra Leone, volevo essere sicuro che avesse le informazioni giuste. Anche se si trattava di una storia drammatica con personaggi di fantasia, era importante trasmettere il senso di quello che veramente andò male: cosa era successo, come era successo e perché. Quando ho parlato con Ed, mi sono reso conto che era determinato a narrare gli avvenimenti proprio nel modo in cui erano avvenuti. Ho provato subito un forte rispetto per lui e gli ho comunicato che desideravo entrare a far parte del film."
"Sorious è stato un dono di Dio. Si è reso disponibile ed io ne ho beneficiato moltissimo," afferma Zwick in ringraziamento. "E' una cosa inestimabile se riesci ad avere qualcuno che ha realmente vissuto i fatti. E' stato molto più di un consulente tecnico. Non ci dava i suoi consigli solo sulle cose pratiche, come ad esempio gli abiti e gli oggetti di scena. Ci ha presentato persone che capivano la lingua Mende, il dialetto Krio, e ci ha fatto capire molte sfumature della cultura della Sierra Leone. Aveva trascorso molto tempo con i bambini-soldati, i contrabbandieri ed i mercenari. E' stato indispensabile per gli attori, soprattutto per Leo e Djimon. E' stato un amico, un consulente, un'autorità. E' stato l'anima della produzione."

[continua...]



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