Sole a catinelle

"The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro"

Intervista al regista e al cast.


di Francesco Lomuscio14 aprile 2014



Non ce ne siamo neppure accorti, eppure sono già trascorsi due anni da quando, nel Giugno del 2012, regista, protagonisti e produttori approdarono a Roma per presentare alla stampa "The amazing Spider-Man", ovvero il reboot che, succeduto alla trilogia diretta da Sam Raimi e riguardante L'Uomo Ragno creato da Stan Lee, ha provveduto a raccontare le avventure adolescenziali di Peter Parker. Avventure che, con il giovane dotato dei sensi e delle capacità di ragno incarnato nuovamente da Andrew Garfield e l'amata Gwen Stacy ancora con le fattezze di Emma Stone, proseguono in "The amazing Spider-man 2-Il potere di Electro", firmato come l'episodio precedente da Marc Webb e che tira in ballo non uno, bensì due nemici da combattere. Infatti, non solo il vincitore del premio Oscar Jamie Foxx veste i panni del Max Dillon destinato a trasformarsi nel tanto potente quanto pericoloso Electro, ma Dane DeHaan si cala in quelli di Harry Osborn e del suo temibile alter ego Green Goblin, nel corso di oltre due ore di alta spettacolarità al cui interno, comunque, occupano non poco spazio anche i sentimenti. In occasione dell'uscita della pellicola nelle sale cinematografiche italiane, quindi, Webb e i quattro attori sono tornati nella capitale tricolore per incontrare i giornalisti.


Quali sono secondo voi gli ingredienti di questo grande successo?
Marc Webb: Credo che Spider-Man sia un personaggio che è amato da tantissimo tempo, diverso rispetto a tutti gli altri supereroi, perché è un ragazzino che deve pagare l'affitto e ha problemi con la fidanzata e nei rapporti con gli altri esseri umani, non è un miliardario e neppure un alieno. È il supereroe con il quale ci si identifica molto di più, al di là della maschera.
Andrew Garfield: Sono d'accordo, non è che posso aggiungere molto, a parte il fatto che chiunque si può proiettare in questo costume, perché non vedi il colore della pelle di chi ci si trova dentro, quindi ci si possono identificare cinesi, italiani e persone di colore. Credo che ciò sia qualcosa di realmente potente ed efficace, anche per il personaggio.

Per un film di supereroi, il personaggio interpretato da Emma Stone è particolare...
Marc Webb: Credo che una delle cose che è bello vedere nei film per quanto riguarda i rapporti sia la storia d'amore. Andrew ed Emma sono molto bravi nell'improvvisare, sono molto svegli, quindi costruiscono partendo dalle loro performance e ciò al pubblico arriva in maniera reale, non scritta in sceneggiatura, contiene la necessaria umanità.
Emma Stone: Voglio semplicemente dire che, fin dall'inizio, a Mark interessava profondamente questo rapporto e dare a me ed Andrew lo spazio per poterlo improvvisare e provare i vari livelli e strati. È stata una delle motivazioni che mi hanno spinto a fare questo film.

Per Jamie Foxx è stato più difficile interpretare il loser pre-Electro o calarsi in tutta la parte in CGI?
Jamie Foxx: Credo sia stato tutto entusiasmante, ogni attore ti dirà che, quando hai la possibilità di interpretare due ruoli, cominci come una specie di ragazzino goffo e buffo, poi, invece, hai aspetti di cattiveria e molto interessanti per Electro. Tutto questo è stato fantastico.

Sia per quanto riguarda le movenze che il modo di parlare, lo Spider-Man di questo film mai come ora è vicino a quello dei fumetti. Come avete lavorato su questo aspetto?
Marc Webb: Sono stati coinvolti molti artisti. Per esempio, per quanto riguarda il costume siamo tornati a quello tradizionale, con la cinta e la rete. Poi, c'è stato anche l'apporto di Mark Bagley e quelli che hanno iniziato a reinventare Spider-Man anni fa. Per i movimenti, Andrew si è ispirato molto alle sensazioni. Inizialmente esprimeva gioia, una qualità quasi fumettisica delle caratterizzazioni. Volevamo cogliere il momento della voglia di volteggiare ed Andrew ha prestato molta attenzione per ciò che riguarda la parte fisica
Andrew Garfield: Il fumetto e l'animazione sono mondi affascinanti, ma nel mettere in scena un eroe del genere pensi anche agli esseri umani che sembrano sovrumani in ciò che fanno, da Muhammed Alì a Ronaldo e i grandi dello sport di tutti i tempi, ma anche Pharrell Williams, che incarna energia e vibrazioni. Poi Bugs Bunny, che faceva sempre cose estreme ed interessanti da provare su un fisico umano, e, ovviamente gli artisti dei fumetti. È divertente potersi guadagnare da vivere leggendo fumetti.

Dane DeHaan ha avuto per questo film una doppia sfida molto difficile...
Dane DeHaan: Harry Osborn e il Green Goblin sono personaggi che esistono ormai da più di cinquant'anni. Innanzitutto devi prima capire chi sono i due personaggi che vai ad interpretare, poi devi rendergli omaggio in questo nuovo franchise. Quello che è interessante è portarlo ai tempi moderni, quindi dare al mondo un nuovo Harry Osborn e un nuovo Green Goblin versi e mostrare dove e come esistano in questo nuovo mondo. È stata questa, per me, la sfida, e, fortunatamente, la sceneggiatura era fantastica.

Marc Webb può raccontarci qualcosa della chimica creatasi sul set tra Andrew ed Emma.
Marc Webb: Li ho lasciati andare, ho lasciato che recitassero, non ho dovuto fare niente.
Andrew Garfield: Non mentire, ogni giorno ci hai insegnato quali sono le strade dell'amore (ride).
Marc Webb: Me ne sono dimenticato. Ho solo cercato di creare l'atmosfera che ricreasse la scena che stavamo realizzando. Ma non ricordo nulla per quanto riguarda indicazioni specifiche. Comunque, alcuni momenti migliori sono venuti dal fatto che non abbiamo fatto prove, mettendo insieme gli ingredienti e valutando come sarebbe stato il risultato finale.

Se potessero avere per un giorno i poteri dei loro personaggi, quali problemi risolverebbero i due protagonisti?
Andrew Garfield: Troppo lavoro da fare, non i può decidere una sola cosa, ce ne sono troppe. Per esempio, una è il riscaldamento globale, poi, metterei in qualche modo fine anche al bullismo a scuola e a quello informatico.
Dane DeHaan: Se fossi Goblin, non credo che vorrei fare cose positive per il mondo, ma se fossi un buon Goblin utilizzerei le risorse di Harry, non per fare del male, per cercare di risolvere alcuni dei problemi del mondo. Se si prendesse una società multinazionale come la Oscorp per cercare di dare risorse alle persone, si potrebbe fare molto per l'umanità.
Jamie Foxx: Sono d'accordo con quello che dice (ride).

Dagli INXS a Michelangelo Antonioni e David Bowie, la stanza di Peter, nel film, è ricca di feticci culturali...
Marc Webb: Io e Andrew ne abbiamo parlato molto e lui aveva idee specifiche su come sarebbe dovuta essere la stanza. Soprattutto, sarebbe dovuta essere caotica, perché lui si dedicava esclusivamente a Spider-man e Peter Parker viene trascurato. Poi, ovviamente a me Antonioni piace e, essendo Peter un fotografo, si trattava di trovare una corrispondenza con il personaggio. Nel complesso, volevamo mettere almeno un piede nel mondo reale e creare un collegamento con la nostra realtà.
Andrew Garfield: Un elemento interessante del film sono, in tutta la stanza, le polaroid scattate dal punto di vista di Spider-man, da angoli altissimi di New York, la città più affollata ma anche più solitaria del mondo.

Quali sono i vostri personali eroi?
Andrew Garfield: Tu, voi (ride), Spider-Man, Gandhi, Michael J. Fox, Daniel Day-Lewis, Meryl Streep, Gene Wilder. Sono innumerevoli, come faccio a dirveli tutti? Ah, ovviamente Jamie Foxx (ride).
Jamie Foxx: Mohammed Alì, Prince, Martin Luther King, Halle Berry e Andrew Garfield, Emma Stone, Dane DeHaan e Marc Webb(ride).
Emma Stone: Steve, Gene Wilder, John Candy, Hal Ashby, Carl Sagan, Cameron Crowe, Marc Webb e i ragazzi qui accanto a me (ride). Sono proprio tanti.
Dane DeHaan: Due persone che mi hanno sempre ispirato, ovvero Philip Seymour Hoffman, sin da quando ho visto i suoi film, e James Dean, che ho appena interpretato in un film.

Potete parlarci del lavoro svolto sulle musiche del film?
Marc Webb: Mi sono divertito tantissimo a lavorare alla colonna sonora di questo film, anche perché gli artisti che vi hanno preso parte sono arrivati tutti con grandissimo spirito di collaborazione e potrei andare avanti per ore a raccontare quello che abbiamo fatto. Pharrell aveva colto il personaggio di Electro e la linea sottile dell'interpretazione di Foxx. Mentre lavoravamo, Pharrell ha lasciato gli studi ed è tornato venti minuti dopo tanti versi che rappresentavano la vita interiore di Max. Abbiamo rimontato la scena semplicemente per dare spazio al potere ed alla forza della musica nella sequenza di Times Square. Poi, abbiamo messo insieme un disco con personaggi che conoscono la musica pop e Hans Zimmer ha riorganizzato il loro lavoro per creare il tema. Tutte canzoni pop che sono state poi orchestrate nello score in un nuovo processo che non avevo mai fatto prima.

Dalla scena finale con l'orologio alla tela di pider-Man che prende fuoco, sembra che nel film siano presenti diversi riferimenti a "Ritorno al futuro"...
Marc Webb: Interessante, perché il costumista aveva realizzato anche i costumi di "Ritorno al futuro" e, per i riferimenti, lascerei parlare Andrew. Per quanto riguarda l'orologio, la prima inquadratura del film è all'interno dell'orologio e il tema del film riguarda il tempo e il dare valore ad esso, anche perché neppure un supereroe può fermarlo.
Andrew Garfield: "Ritorno al futuro" è uno dei miei tre film preferiti. Nel film c'è questa piccola scena in cui Peter ha il raffreddore ed entra nel negozio aperto di notte, che ha le medicine e viene rapinato, indossando la giacca tipo giubbetto di salvataggio senza maniche simile a quello che portava Michael J. Fox in "Ritorno al futuro".

Marc Webb ha lavorato per molti anni nell'ambito dei videoclip...
Marc Webb: Per me l'immagine e la musica sono e saranno sempre collegati, ho fatto per dieci anni video musicali. Anche il primissimo film che ho girato da studente a Firenze non aveva dialoghi e si basava sulla musica. Non riesco a pensare alle immagini senza la musica e alla musica senza le immagini. Mi piacerebbe tornare a fare videoclip, è un lavoro che un po' mi manca.

Come proseguirà il franchise? È vero che si farà il film sui Sinistri Sei?
Marc Webb: Sì, si farà. Abbiamo scoperto all'inizio della scrittura di questo film che tanti personaggi non sono interessanti solo per il pubblico, ma anche per noi da raccontare. Sono elementi che svilupperemo sicuramente nel prossimo film.

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