04 ottobre 2001 - Conferenza stampa
Jean Paul Salomé e Sophie Marceau
Intervista al regista e all'attrice protagonista di "Belfagor"
di Valeria Chiari
Dopo il successo di pubblico in Francia nel corso della scorsa primavera, arriva anche in Italia il personalissimo remake di "Belfagor" di Jean Paul Salomé. Trasformando completamente la storia e affidando i ruoli ad attori del calibro di Sophie Marceau, Michel Serrault e dell'inglese Julie Christie, Salomé racconta dello spirito incattivito di una mummia egizia che vaga per le sale di uno dei musei più famosi del mondo, nel tentativo di riprendere il viaggio per l'aldilà bruscamente interrotto.
A Roma per la presentazione del film, abbiamo incontrato il regista accompagnato dall'affascinante Sophie Marceau, in una piacevole intervista a due voci.
Che effetto fa riprendere in mano un mito televisivo come quello di Belfagor?
J. P. Salomé - Avevo sei anni quando vidi per la prima volta Belfagor in TV. E ne ebbi una paura incredibile. Nell'adattamento la cosa essenziale è stata soprattutto quella di considerare cosa oggi fa veramente paura: è stato importante tener ben presente che dal primo Belfagor sono passati quasi quarant'anni. Bisognava quindi seguire schemi completamente diversi.
S. Marceau - Ho visto Belfagor per la prima volta poco prima delle riprese del film. Ha ancora oggi una certa magia, un pò kitsch forse, ma affascinante e misteriosa. Non mi sono fatta troppe domande sugli eventuali confronti, con il film di Barma o i con Juliette Gréco. Per me scegliere un ruolo è come scegliere un pezzo di vita. È importante e deve essere esaminato seriamente, senza leggerezze. Ogni volta ci si rimette in questione e la sola cosa fondamentale è comprendere quanto quel ruolo può darmi e quanto io possa essere quel personaggio.
Perché oggi i film sui fantasmi, sulla paura, suscitano così tanto interesse nel pubblico?
J. P. Salomè - È vero le storie di fantasmi sono sempre state una parte integrante dell'arte cinematografica. Forse perché è più interessante e divertente costruire delle immagini di qualcosa che è di per sé astratto.
S. Marceau - La paura è il motore delle cose: quante volte proprio la paura ci ha spinto ad intraprendere un nuovo percorso? È importante saperle controllare, ma anche averne.
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