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09 Febbraio 2006 - Conferenza Stampa
"Snow Cake"
Intervista al regista agli attori ed ai produttori.
di Mauro Corso
Alla conferenza stampa per "Snow Cake", oltre al regista e agli attori principali è presente la sceneggiatrice ed alcuni produttori. La prima domanda, ovviamente, è per Sigourney Weaver.
Come si è preparata per un ruolo così difficile, per non dire insolito?
Sigourney Weaver: In primo luogo tengo a sottolineare che Snow Cake non è un film sull'autismo. Ho impiegato molto tempo solo a capire come prepararmi, perché ogni autistico è unico nel proprio genere, ed è stato difficile trovare qualcuno che fosse paragonabile a Linda. Ma in ogni caso ho avuto un aiuto enorme, ed questo è stato il fattore decisivo.
Dal suo contatto vivo con persone che hanno questo disturbo che idea si è fatta della malattia?
Sigourney Weaver: Ripeto, ogni autistico è unico e quindi ha problemi diversi, quindi non credo che si possa fare alcun tipo di generalizzazione. Prima di realizzare questo film c'erano molte cose che non sapevo, ma ora mi rendo conto che ci sono molti preconcetti a proposito dell'autismo, soprattutto in una società come la nostra che guarda alle persone in termini di utili o di perdite. Se si passa molto tempo con una persona autistica si impara molto, tra l'altro a godere delle piccole cose, delle cose più semplici, come giocare.
Per il regista: come si è imbattuto nella sceneggiatura?
Marc Evans: Semplice, uno dei produttori mi ha contattato e me l'ha fatta leggere, e non mi è stato difficile accettare immediatamente questo compito. Il difficile è iniziato dopo...
Per la sceneggiatrice: ha tratto qualche ispirazione dalla sua vicenda personale, visto che ha un figlio autistico?
Angela Pell: La ringrazio per questa domanda. In effetti ho tratto molta ispirazione da mio figlio e qualcosa è confluito nel film, come il particolare della neve. Credo che sia molto difficile vivere con una persona in questa condizione, ma spesso è anche molto illuminante.
Invece quali difficolta ha incontrato nell'interpretare Alex?
Alan Rickman: Devo dire che non è mai stato così facile per me recitare come in questo caso. La sceneggiatura per il tema affrontato poteva diventare molto tetra, e invece questo non è avvenuto, perché in qualche modo conduce alla redenzione. Si tratta di un testo molto accurato. E che rende umili. A pensarci bene, anche in questa sala, ciascuno di noi ha dei piccoli aspetti caratteriali che ci definirebbero come autistici.
Sigourney Weaver: Devo dire che Alan è un attore molto generoso, che mi ha permesso di entrare completamente nel mio personaggio. Una delle particolarità di Linda è che non guarda mai negli occhi Alex, e dover recitare dinanzi a un attore che si rapporta in questo modo presenta non poche difficoltà.
Invece per Emily (che interpreta la figlia di Linda, Vivianne) com'è stato recitare assieme a Sigourney Weaver e ad Alan Rickman?
Emily Hampshire: Direi che è il sogno di una vita per ogni attrice alle prime armi! Inoltre la scena della danza, in cui Linda si rinconcilia con l'idea della morte della figlia, è stata bella, ma anche molto divertente. È forse il punto più importante del film.
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