30 Ottobre 2008- Conferenza
"Missing"
Intervista al regista.
di Francesco Lomuscio

Affiancato dalla produttrice esecutiva Nansun Shi, il maestro degli action-movie hongkongesi Tsui Hark ha incontrato la stampa presso il Festival Internazionale del Film di Roma in occasione della presentazione del suo "Missing", atipico mix di horror, giallo e storia d'amore.

Da dove è nata l'idea per "Missing"?
Tsui Hark: In realtà stavo scrivendo un film di tutt'altro tipo, ma quando ho visto un documentario su questa città subacquea ho deciso anch'io di andare a scoprirla per costruirvi una storia attorno.
Nansun Shi: Credo che chi conosce Tsui Hark sa bene che non segue mai un solo modello, ma ha sempre duecento film da fare in testa. "Missing" è stato una vera sfida, perché ha comportato grande preoccupazione per le riprese subacquee, quindi tutti gli assistenti ed i componenti del cast hanno dovuto prendere lezioni per girare e comunicare sott'acqua.

Come è stato il rapporto con gli attori sott'acqua?
Tsui Hark: Nel cercare gli attori per questo film la prima cosa che ho chiesto loro era la disponibilità ad andare sott'acqua, fattore importante. Un sommozzatore esperto mi aveva sconsigliato di andare sotto perché c'era una pericolosa corrente, ma ho imparato e sono stato comunque sempre contornato da esperti.

Anche i produttori scendevano sott'acqua durante la lavorazione?
Nansun Shi: No, tutti i produttori dovevano rimanere sulla terraferma per tenere sotto controllo la situazione (ride).

Il mondo dell'acqua sembra essere una costante di certi film orientali…
Tsui Hark: Io penso che i cineasti abbiano due dimensioni: la parte narrativa ed il mondo all'interno del film. In questo caso volevo cercare di conferire l'impressione del mondo subacqueo, ma credo che in esso vi siano molte più cose di quelle descritte da me. Sott'acqua hai pensieri sereni e c'è un'atmosfera pacifica, poi, quando esci, ti ritrovi nel traffico e nell'universo affannoso della terraferma, chiedendoti il perché di questa separazione.

Il film sembra un mix di diversi generi…
Tsui Hark: So che è un tabù fare un ibrido tra due generi, ma prima di dedicarmi a questo film ne ho visti molti altri, tra horror splendidi ed altri standardizzati. La mia intenzione era quella di fare un horror con molta passione ed emozione, in cui l'aspetto più forte doveva essere quello della storia d'amore.

In che modo nei suoi film plasma forma e contenuto?
Tsui Hark: Sintetizzando, ho sempre un'identità ibrida, una personalità scissa. Cerco di fare una storia per me, perché il primo pubblico dei miei film è il mio pubblico interiore, ma non c'è nessun genere che non mi piaccia, in quanto come spettatore posso andare a vedere qualsiasi tipo di film.

Quale sarà il suo prossimo film?
Tsui Hark: Sarà un film ambientato nella Cina del VI secolo, con un famoso detective un po' unico al mondo perché caratterizzato da una mente molto acuta che lo rende in grado di risolvere casi e misteri. Allora, poi, non esisteva tutta l'analisi scientifica di oggi.

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