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14 Settembre 2013 - Conferenza
"Rush"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio
Sono stati due dei più celebri rivali che il mondo dello sport abbia mai conosciuto: il carismatico, eccessivo James Hunt e il metodico e geniale Niki Lauda.
Il primo incarnato dal Chris Hemsworth che ha concesso anima e corpo al Thor cinematografico, il secondo con le fattezze del Daniel Brühl visto, tra l'altro, in "Bastardi senza gloria" (2009) di Quentin Tarantino, sono i protagonisti di "Rush", avvincente action-drama che, ambientato sulle roventi piste della Formula 1 degli anni Settanta, vede al timone di regia Ron Howard, vincitore del premio Oscar grazie all'acclamatissimo "A beautiful mind" (2001).
Insieme alla Alexandra Maria Lara di "The reader-A voce alta" (2008) e al nostro Pierfrancesco Favino, i quali interpretano nel film i ruoli di Marlene Knaus, amata di Lauda, e del pilota Clay Regazzoni, regista e protagonisti sono approdati a Roma per incontrare la stampa in occasione dell'uscita italiana della pellicola, distribuita da 01 a partire dal 19 Settembre 2013.
Una costante dei film di Ron Howard è la contrapposizione tra due personaggi o elementi, in questo caso rappresentati da Niki Lauda e James Hunt...
Ron Howard: Mi piacciono moltissimo i personaggi che vengono messi alla prova in situazioni estreme, insolite e sorprendenti. Per questo, per i miei film, ho scelto personaggi come il matematico, l'astronauta o il pilota di Formula 1.
Tra l'altro, si tratta sempre di film in cui aleggia il tema della morte preso in maniera positiva, non negativa...
Ron Howard: Io credo che il nostro modo di rapportarci alla morte sia uno degli aspetti che maggiormente ci definiscono come esseri umani. Poi, ognuno di noi si relaziona alla morte in modo diverso, proprio come Lauda e Hunt.
Che rapporto ha Chris Hemsworth con personaggi come James Hunt, le cui vite sono portate per gli eccessi?
Chris Hemsworth: Diversamente da Niki Lauda, che affronta il concetto della morte da calcolatore, James era più di pancia, viscerale. Se aveva un desiderio o un bisogno, faceva ciò che sentiva o voleva, spingendosi agli estremi.
Daniel Brühl: Rispetto a personaggi più effervescenti e rock'n'roll come James Hunt, Niki Lauda era più calcolatore della possibilità di morte. Sapeva che, guidando, metteva a rischio la propria vita, ma riusciva a sentire se la situazione era giusta oppure no. Per esempio, nella corsa finale in Giappone non si rivela disposto a mettere a repentaglio la sua vita e il rapporto con Marlene. Possiamo dire che sia grazie a lui che la sicurezza è migliorata; dopo l'incidente mortale di Senna, infatti, nella Formula 1 non vi sono più state tragedie del genere.
E' vero che il contatto con Ron Howard per Alexandra Maria Lara è avvenuto via Skype mentre stava sbucciando le cipolle?
Alexandra Maria Lara: La prima volta che ho parlato con Ron fu proprio via Skype ed ero un pochino titubante, perché, è vero, stavo sbucciando una cipolla (ride). Quindi, quando mi chiamò avevo gli occhi che lacrimavano, per questo ero un po' preoccupata. La volta successiva che ci siamo sentiti, invece, io ero a Berlino e lui in America, allora mi sono truccata e sistemata, perché tenevo molto a interpretare questo ruolo.
L'idea principale per il film è stata di Ron Howard o dello sceneggiatore Peter Morgan?
Ron Howard: Io e Peter abbiamo lavorato insieme all'adattamento cinematografico di "Frost/Nixon-Il duello" e siamo diventati amici. Quando ha scoperto questa storia abbiamo trovato aspetti affascinanti e unici, quindi si è deciso insieme di realizzarla. Quindi, abbiamo cominciato a lavorare alla sceneggiatura, andando a studiare e ad effettuare ricerche, facendo anche le prove con il cast.
Daniel e Chris erano già fan della Formula 1 o vi si sono interessati dopo aver preso parte al film?
Chris Hemsworth: Io non ero un fan di questo sport, ho cominciato a fare ricerche in proposito dal momento in cui ho preso parte al film. Ricerche riguardanti, ovviamente, il periodo anni Settanta della Formula 1, quindi la conoscenza del prima e del dopo di questo sport rimane per me limitata. Mio padre, poi, andava in motocicletta, quindi, quello era un po' il mondo parallelo a questo che ho scoperto.
Daniel Brühl: Io, invece, già da bambino conoscevo Niki Lauda e questo sport, poi ho cominciato ad annoiarmi dal momento in cui Schumacher ha cominciato a vincere sempre, quindi sono passato al calcio. Poi, sono tornato a interessarmi di questo sport grazie a "Rush" e al documentario su Senna, ma non posso comunque esserne considerato un esperto.
Una domanda per Pierfrancesco Favino, che interpreta Clay Regazzoni: è stato lui a portare Lauda alla Ferrari?
Pierfrancesco Favino: Io credo che Regazzoni si sentisse lui più vicino a Hunt che a Lauda, perché non era proprio il modello di pilota disciplinato che incarnava, invece, Lauda. Forse era più affascinante proprio per questo, ma ha dimostrato anche una grande generosità, soprattutto dopo l'incidente che lo ha colpito. Io, personalmente, sono più regolato, ma credo di condividere proprio quella generosità. Inoltre, come Clay, non ho invidie, soprattutto se riconosco che c'è una qualità.
Ron Howard: Credetemi, quando abbiamo realizzato il cast ho immediatamente pensato a Pierfrancesco per il personaggio di Regazzoni e sono rimasto lusingato dal fatto che abbia accettato. Grazie al suo talento, è stato capace di portare molto al personaggio.
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